Lo ha annunciato il ministro Renato Balduzzi presentando i risultati dell’indagine Esiti per il 2012. Entro pochi mesi sarà possibile consultare su un sito del ministero della salute tutti gli indicatori di qualità degli ospedali italiani, dalla mortalità in seguito agli interventi ai tempi di attesa per alcune operazioni specifiche. Non pagelle nè classifiche ma notizie utili per le scelte dei cittadini.
Ritornare a camminare dopo una frattura all’anca? Nel caso degli anziani è cruciale operare entro 48 ore per evitare gravi disabilità. Secondo la media nazionale, purtroppo, questo avviene solo nel 33% dei casi. Solo un over 60 su tre, dunque, riceverà un trattamento sanitario all’altezza della situazione. L’esito dell’intervento dipenderà dall’ospedale in cui sarà curato.
Ben venga, allora, l’iniziativa del ministero della Salute che i primi mesi del 2013 pubblicherà sul sito tutti gli indicatori di qualità degli ospedali italiani, dalla mortalità in seguito agli interventi, ai tempi di attesa per specifiche operazioni, passando per le riammissioni a breve termine, l’ospedalizzazioni per specifiche condizioni, le procedure chirurgiche e le complicanze.
Saranno messe on-line notizie utili per le scelte dei cittadini che potranno ad esempio verificare in quali ospedali si fanno più cesarei, o in quali la mortalità per interventi di bypass è più bassa e le liste d’attesa più brevi. Ad annunciare la novità il ministro della Salute, Renato Balduzzi, in occasione della presentazione dei risultati dell’indagine Esiti per il 2012. «L’obiettivo finale del lavoro che stiamo facendo è arrivare a un portale per i cittadini dove chiunque possa conoscere dati aggiornati, rendimenti, esiti degli ospedali – spiega -: quelle che metteremo a disposizione entro i primi mesi del 2013 non saranno classifiche, ma elementi informativi su cui medici di medicina generale e cittadini possano basare le loro decisioni».
Gli indicatori sono raccolti ormai da diversi anni dall’Agenas, l’agenzia regionale per i servizi sanitari, e da quest’anno il programma Esiti non è più sperimentale ma entra a far parte del Sistema sanitario nazionale, anche grazie alla possibilità di fare “dialogare” diversi database sanitari.
L’edizione 2012 ha raccolto i numeri dei 1575 ospedali italiani: «Il nostro compito non è dare giudizi, ma fornire strumenti ai decisori politici – ha sottolineato Carlo Perucci, direttore scientifico del programma – ma alcune considerazioni si possono fare: ad esempio già il fatto che da noi ci siano quasi 1600 ospedali mentre in Gran Bretagna, che ha una popolazione paragonabile, sono 387, ci deve far riflettere».
Se per ora tutte queste informazioni sono riservate agli operatori del settore, media compresi, presto sarà pronto il portale “semplificato” per gli utenti, sull’esempio di quelli già esistenti in Gran Bretagna o Stati Uniti. «Sapere quali sono le strutture migliori difficilmente cambia i comportamenti dei pazienti, che ad esempio se hanno un infarto non si possono certo mettere a consultare il sito – spiegato Carlo Perucci, direttore scientifico del programma – ma ha un forte impatto sui medici ospedalieri, che hanno a cuore la propria reputazione. Lo studio dimostra che negli ospedali dove ci si impegna è possibile ottenere risultati, come nel caso del policlinico Gemelli di Roma che in pochi anni è passato per fratture dell’anca dal 15% di pazienti operati in 48 ore nel 2008 all’attuale 72,2%».
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