Last updated on Ottobre 11th, 2012 at 09:06 am
Altro passo importante della proposta di legge costituzionale che riduce da 90 a 70 il numero dei deputati regionali. Dopo il Senato, l’ha approvato la Camera. Ora andrà ancora a Palazzo Madama, quindi tornerà a Montecitorio per il voto definitivo (forse a gennaio).
Ma i figli d’Ercole non si è riusciti a ridurli fino a 50 come a suo tempo aveva proposto Barbagallo all’Ars, in occasione dell’approvazione del ddl voto di cui era presentatore. Anche il presidente della commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, La Loggia, avrebbe preferito che si riducessero a 50. Secondo lo stesso La Loggia, «questa iniziativa va inserita in un ripensamento più ampio del sistema regionale in generale e di quello delle autonomie speciali in particolare, nell’ottica di una drastica riduzione delle spese e di una mirata finalizzazione degli interventi».
Per Pagano si tratta di «un primo, ma fondamentale, segnale di discontinuità con un sistema a lungo dominato da sprechi ed impiego irrazionale di risorse».
Barbagallo, soddisfatto per essere stato l’autore del ddl voto, ricorda: «Quando presentai il ddl non c’era la crisi attuale, ma volevo che la Sicilia fosse la prima in virtù e non in vizi». In proposito, va ricordato che allora Barbgallo fu quasi unanimemente irriso (anche dal suo partito, il Pd); il testo venne boicottato e bocciato prima dalla commissione per lo Statuto e poi dalla Affari istituzionali. Su pressione di Barbagallo, il presidente dell’Ars, Cascio, lo richiamò direttamente in Aula, dove venne approvato con voto unanime. Senza quella manfrina e la conseguente perdita di tempo il ddl sarebbe stato approvato molto prima e il 28 ottobre si andrebbe alle urne per eleggere 70 e non 90 deputati. Purtroppo, ammesso che si riesca a chiudere l’iter parlamentare prima della fine della legislatura nazionale, alla Regione potrà essere operativa fra cinque anni.
Intanto, a proposito di tagli alla spesa, per la mancata firma del ministro Grilli sull’intesa con la Regione al fine di liberare 600 milioni dal patto di stabilità, Vicari (Pdl) attacca il governo della Regione con precise accuse all’assessore Armao che, a suo dire, aspetterebbe quei fondi per distribuirli in campagna elettorale: «La Regione continua a chiedere soldi. L’assessore Armao, infatti, attacca il ministro Grilli reo, secondo lui, di non aver ancora validato l’accordo tra Regione e governo in materia di patto di stabilità. Accordo che per Armao sarebbe necessario per provvedere a una serie di pagamenti per il momento bloccati. È evidente la manovra elettoralistica dell’ormai ex-giunta che cerca soldi per distribuirli a pioggia. I problemi di bilancio non si risolvono chiedendo al governo nazionale più soldi, ma attuando una seria revisione della spesa. Invece, si continua con la logica dell’assistenzialismo».
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