Last updated on Ottobre 9th, 2012 at 08:55 pm
Intervista a Cono Davide Cinquemani, più noto col nome d’arte Konon, un cantautore che nei suoi progetti musicali vive intensamente la Sicilia.
1) Davide prima di entrare tra le note e i testi dei tuoi brani, spiegaci il significato del nome “Konon”.
Il primo regalo che fanno i genitori alla nascita è il nome. In Sicilia è singolare l’ostinata riconferma del nome del nonno paterno. Il nome che avevano scelto per me fu Cono. Il nome di mio nonno, il nome di un Santo e del paesino in cui sono cresciuto. Un nome che ho prima subito e poi scelto. Cono deriva da Conone e ancor prima da Konon, un generale ateniese del 406 A.C. Ho scelto il nome Konon perché dei nomi, così come delle cose, è giusto conoscere la provenienza.
2) Piazza Armerina, Catania, Dsseldorf, Westpoint, Roma : stavi cercando la tua città o semplicemente arricchirti d’esperienze per fare la tua musica?
Dopo gli studi lasciare la Sicilia è spesso tappa obbligata, si ha la necessità di scommettere le proprie competenze fuori dal nido. Ero alla ricerca di una città viva e sincera, alla ricerca di un posto in cui perdersi per misurarsi.
3) Quando ti racconti parli sempre di progetti , di ricerca, di studio ma tutto questo ti porta sempre a parlare della Musica e della Sicilia, hai trovato un connubio importante, anche dal punto di vista linguistico, spiegacelo.
Parlare di sé, o delle proprie cose è l’esperimento più bello che ogni artista possa fare. Trasferire le emozioni in musica è come farlo in pittura e suonare è come ballare. Ci sono delle immagini che riusciamo a spiegare solo attraverso l’arte. A volte, descrivere uno stato d’animo con un linguaggio alternativo aiuta a chiarire il concetto. Cantare la storia di Lola o raccontare quella di Adele è stato più facile che spiegarlo con l’ausilio delle parole. Parlo dei siciliani perché si mettano in luce storie diverse dallo stereotipo.
4) A proposito di progetti, qual è il tuo ultimo progetto musicale a cui stai lavorando?
Il mio ultimo progetto è “Variazioni in Siculish”. Un progetto che indaga sulle trasformazioni del dialetto siciliano. Il Siculish è la “sicilianizzazione” di parole e frasi dell’Inglese da parte di immigrati siciliani negli Stati Uniti, Canada e Australia. Una variante nata dai primi tentativi dei siciliani trapiantati negli Stati Uniti d’America di adattare al siciliano i toponimi geografici americani abitati da comunità sicule. A me il piacere di trasferire sul pentagramma questi neologismi. Un’impresa titanica che ci ha regalato fortissime emozioni.
5) Sei un cantautore siciliano, che si è formato in giro per il mondo, e che una volta ritornato in Italia scrive i suoi testi in dialetto, o in Siculish (parola che a te piace molto usare), ad un ragazzo che non conosce la tua musica come ti definiresti?
Definire un genere musicale è difficilissimo se consideriamo i limiti della musicologia tradizionale. Tutti gli studi fatti da Adorno in poi, dalla definizione di “musica di consumo” alle più bizzarre classificazioni sentite sui talent e riviste musicali, trascurano ( per varie ragioni) e colpevolizzano la musica nel suo complesso. Cos’è un genere? E, soprattutto, perché definirlo? Per gli instancabili fruitori di musica che amano catalogare la musica, potrei dire che la mia musica abbraccia una vasta gamma di “generi”. Dal popolare al leggero, dal tribale all’etnico.
Alfonso Fiumarella