Last updated on Ottobre 1st, 2012 at 04:29 pm
Il filo che percorre l’ultimo, corposo saggio di Raffaele Manduca «La Sicilia, la Chiesa, la storia» è da rintracciare nel legame sempre stretto tra le vicende isolane e le dinamiche del mondo cattolico. Nel libro, edito da Salvatore Sciascia per la collana «Studi del Centro A. Cammarata» fondata da Cataldo Naro e diretta da Massimo Naro (272 pp., 22 euro), lo storico affronta temi e periodi che vanno dalle ingerenze regie nella giurisdizione ecclesiastica dal 1600 al ruolo del clero nel Risorgimento, dalla diffusione dell’enfiteusi alla prevalenza delle ricerche sulle istituzioni ecclesiastiche, dagli spazi del sacro nella Catania segnata dal terremoto del 1693, fino ad aspetti poco noti come il sinodo di Agrigento.
Fenomeni e istituzioni ecclesiali sono inquadrati nel complessivo scenario politico, civile e sociale: come nel caso dell’introduzione dell’Inquisizione spagnola, che consentiva a Madrid un controllo diretto sull’Isola, o nel caso della perifericità geo-politica della Sicilia, che non si traduce automaticamente in chiusura ma anzi determina spesso condizioni di apertura e dialogo. La generale «chiave di lettura» è il ruolo svolto dalla Chiesa, la quale, se da un lato ha contribuito a formare l’identità siciliana, dall’altro lato ha favorito l’integrazione dell’Isola in ambito più ampio, specie nei secoli centrali dell’età moderna.
Manduca mette inoltre l’accento sulla produzione storiografica legata al vissuto religioso e civile: una serie di contributi che hanno costruito «la cornice di molta parte dell’aggiornamento della storia delle diocesi, degli istituti ecclesiastici e del vissuto religioso in Sicilia rispetto a una prassi di storiografia localistica – si legge nel testo – in cui preminenti erano la semplice descrizione di istituti ed eventi significativi e la composizione di medaglioni celebrativi dei prelati dentro una visione della storia della Chiesa come storia dei suoi pontefici, vescovi e sacerdoti». Ùn intero capitolo del libro è dedicato alla figura di Cataldo Naro e al contributo alla storia della Chiesa nella Sicilia moderna, grazie anche all’apporto del Centro Studi Cammarata e del movimento che esso ha generato. L’autore ritiene il percorso di ricerca dell’arcivescovo da considerare «non solo nell’ottica specialistica della storia locale ma con riferimenti al dibattito ecclesiologico e teologico che attraversa la Chiesa italiana».
Tra i numerosi meriti di mons. Naro, Manduca individua il principale nella sua capacità di studioso «di giocare su una non univocità di piani temporali nella storia religiosa siciliana rispetto agli stessi fenomeni su cui ci si interroga», in una dinamica storica di lungo periodo nella quale «termini come “contemporaneo” e “moderno” hanno senza dubbio poco significato rispetto a quella che appare l’opera fondamentale dello storico: rendere intelligibili i fenomeni del passato a partire dal presente».
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