Last updated on Ottobre 4th, 2012 at 12:20 pm
Politica Sicilia | Un disegno di legge che l’Ars dovrà approvare entro tre mesi dal suo insediamento, «per cambiare radicalmente il sistema burocratico regionale, passando dal sistema infinito delle autorizzazioni a quello dei controlli».
E’ questo uno dei cavalli di battaglia di Miccichè, capo di Grande Sud, sostenuto dal Partito dai siciliani e dal Movimento popolare siciliano. Miccichè potrebbe ottenere anche l’appoggio del Movimento della gente del presidente del Palermo calcio, Maurizio Zamparini. Intanto, ha incassato il sostegno del sindacato Codires che nei prossimi giorni organizzerà un’apposita assemblea a Enna.
Per Miccichè i conti della Regione non si rimettono a posto mandando a casa i dipendenti regionali e chiudendo la metà degli ospedali, ma facendo crescere la ricchezza con l’attrazione d’investimenti esteri. E per fare ciò è necessaria una burocrazia che cambi completamente pelle, facendo emergere le professionalità che sono parecchie: «Il presidente della Regione non deve farsi dettare l’agenda politico-economica da Roma. Per questo motivo, dobbiamo batterci per eliminare due mostruosità: il Patto di stabilità e il Durc. Senza un vero progetto politico la mia candidatura non sarebbe stata possibile e non avrebbe senso. Progetto che andrà avanti perché questa alleanza sarà utilizzata anche alle prossime elezioni politiche si presenterà con un’unica lista. Ora, invece, anche per motivi tattici di liste ne faremo tre: una del Partito dei siciliani, una di Grande Sud che comprenderà anche esponenti dell’Mps e una Fli-Mpa. Non mi importa quale prenderà più voti; l’importante è prenderne tanti».
Miccichè ha la certezza di essere eletto e pure con una larga maggioranza. Ma nel caso fosse costretto ad alleanze dopo il voto, il discrimine sarà il suo programma, senza distinzione di centrodestra o di centrosinitra. Fondamentale anche il dialogo diretto e autonomo con Bruxelles per utilizzare al meglio i fondi europei.
Sul problema delle «liste pulite» rilanciato dall’«alleato» Granata, Miccichè ha sottolineato: «Non me ne lavo le mani appellandomi ai partiti; mi assumo la responsabilità di accettare o no qualcuno dei candidati. Saremo severi, ma con prudenza. Ho esperienze, come quelle di Musotto, arrestato da innocente, e di Giudice, assolto dopo un lungo calvario. Se non lo avessi candidato, non avrebbe avuto neanche i soldi per pagarsi l’avvocato». Granata, comunque, chiederà al presidente della commissione parlamentare Antimafia, Pisanu, di monitorare tutte le liste che saranno presentate.
Intanto, il candidato di Udc. Pd e Api, Crocetta, ha sollevato il caso della candidatura, in provincia di Trapani, di Eleonora Lo Curto, che sarebbe coinvolta in un’inchiesta per voto di scambio. «Forse la questione riguarda il marito – ha aggiunto Crocetta – ma ho posto la questione all’Udc che è molto attenta alle candidature». Crocetta ha ulteriormente precisato che «per rinnovare la politica non candideremo indagati o condannati per mafia ed estorsioni. Invitiamo tutti a regolarsi di conseguenza».
Il capogruppo del Pid, Maira, si è detto certo che il 28 ottobre «i siciliani sceglieranno il candidato del centrodestra, Musumeci, che gode di grande fiducia per le sue capacità. Dall’altra parte si trovano, anche in modo sparso, candidati che con Lombardo hanno stretto accordi e coltivato rapporti politici e di clientela».
Infine, Fava ha lanciato una sfida a Grillo: «Dice di volere sbarcare a nuoto in Sicilia dalle coste calabre? Lo aspetto a Villa San Giovanni: vediamo chi arriva primo a Messina».
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