Last updated on Ottobre 4th, 2012 at 03:24 pm
La Sicilia è una terra di antica storia, cultura e tradizione. Si parla di lei nella letteratura di tutti i tempi: da Omero a Goethe, da Cicerone a Vittorini. Famosa anche per essere depositaria di una tradizione culinaria di primo piano, l’isola è da alcuni decenni diventata un punto di riferimento in numerosi settori, confermandosi quindi un caposaldo delle eccellenze nazionali.
L’enograstronomia isolana continua a crescere dando prova, nonostante la crisi, di avere tutte le carte in regola per affermarsi (e molte – bisogna sottolinearlo – lo hanno già fatto) anche fuori dai confini nazionali. Numerose le case produttrici isolane che hanno ormai raggiunto una visibilità internazionale: da Shangai a New York, da Londra a Buenos Aires. Dai formaggi al pesce, dai salumi alle carni. I produttori siciliani, a fronte di una visibilità sempre maggiore, hanno ormai sviluppato un’adeguata risposta alla domanda sempre crescente, con portali di e-commerce e siti web comunicativamente moderni e funzionali. Perchè un’eccellenza ha tutto il diritto di essere comunicata a dovere. Pistacchi di Bronte, limone Interdonato, cipolla di Giarratana, Cuddrireddra di Delia, lenticchia di Ustica o ancora il mandarino tardivo di Ciaculli.
Sono solo alcuni dei 28 presidi Slow food in Sicilia, circa il 15% di quelli sostenuti dall’associazione in tutta Italia. Un made in Sicily d’eccellenza fatto di piccole produzioni che rischiano di scomparire ma che hanno un importante ruolo nel valorizzare i territori di provenienza, recuperare i mestieri e le tecniche di lavorazione tradizionali e salvare dall’estinzione razze autoctone e antiche varietà di ortaggi e frutta. Così la manna delle MadonIe, ottenuta incidendo la corteccia dei frassini che si trovano a Castelbuono e Pollina nella provincia di Palermo, diventa la dolce ambasciatrice di una tradizione e di un paesaggio suggestivo. C’è poi il melone d’inverno, conosciuto come zuccherino di Paceco o meglio Purceddu d’Alcamo, che da sempre nell’isola viene raccolto in estate e poi conservato per essere piano piano consumato fino alla primavera. o le provole dei Nebordi e delle Madonne, lavorate sapientemente dai piccoli produttori dei due parchi. O la vastedda del Belice, ottima per accompagnare il pane nero di Castelvetrano, ottenuto da un’antica varietà di frumento duro dell’isola. Ultimi ma non meno importanti, il suino nero dei Nebrodi, dal quale si ottengono saporiti prosciutti e gustose salsicce e l’ape nera sicula, che riesce a sopravvivere anche in condizioni climatiche avverse. Sono solo alcuni esempi che mostrano come in ogni angolo dell’isola ci sia un presidio. E ogni giorno il viaggiatore può scoprire un prodotto che può diventarlo. Tanto che ad ambire a una posizione in questo già ricco paniere si sono aggiunti ultimamente anche il pomodoro siccagno di Valledolmo, che messo a essiccare in estate dà una nota di colore al paesaggio arido di alcune aree interne della Sicilia. Ma se parliamo di eccellenze della nostra Terra non ci dobbiamo fermare solamente all’agroalimentare. In numerosi altri campi, infatti, le aziende siciliane hanno dimostrato di saperci fare eccome: a partire dal tessile, fino alle energie rinnovabili e ai materiali per l’edilizia. E c’è pure chi, in questo momento (economicamente parlando) non particolarmente facile ha deciso di puntare su quelle forme di investimento «nuove» (leggi, ad esempio, i noleggi d’auto a medio e lungo termine) che concretamente danno frutti buoni e redditizi. Anche da punto di vista turistico la Sicilia offre eccellenze di grandissimo rilievo: tanto per intenderci, basta dare un’occhiatina alla lista dei siti patrimonio dell’Unesco: dalla Villa Villa Imperiale Romana del Casale di Piazza Armerina, alla meraviglia delle Isola Eolie, fino alle città tardo-barocche della Val di Noto o a Siracusa e alle necropoli rupestri di Pantalica e alla incantevole Valle dei Templi di Agrigento. Se non sono «eccellenze» queste…
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