Last updated on Ottobre 9th, 2012 at 08:56 pm
Appena gli chiedi una didascalia, una qualsiasi carica per dire chi è, lui si schermisce: «Non sono nessuno». Ma chi lo conosce bene, Angelo Napoli, sa che non è così. Ex presidente del Wwf («Ma poi siamo rimasti in pochi, i giovani vanno via»), nel paese delle “Bandiere blu” è il vessillo degli ambientalisti di tutta la zona. «Ma non siamo quelli del no a oltranza – precisa – perché le cose, compresi gli alberghi, vanno fatte, ma con criterio».
Napoli è la memoria di mille battaglie: «Negli anni 90, quando c’è stato il boom dell’edilizia sul mare, siamo riusciti a proteggere i brandelli di natura di Menfi». Con qualche “macchia”, viste le decine di case e villette a ridosso della spiaggia. «Ma oggi quello che abbiamo a disposizione è un patrimonio naturalistico e paesaggistico inestimabile. Ed è questo il nostro segreto, l’attrattiva per turisti del Nord e degli stranieri che comprano casa e decidono di viverci». Ma l’allarme c’è ancora: «Non possiamo abbassare la guardia, perché il mare e il paesaggio sono sempre sotto attacco». Queste le principali minacce: «Le enormi torri eoliche nella zona Valloni, alle quali migliaia di cittadini si sono opposti. E poi l’impianto di biomasse, un mega-inceneritore che dovrebbe bruciare 190mila tonnellate di legname proveniente da tre province siciliane.
Sono delle situazioni paradossali: i privati beccano contributi pubblici in nome delle energie rinnovabili, per impianti che deturpano il paesaggio o che creano più inquinamento di quanto non ne riducano. E non dimentichiamo le trivelle nella valle del Belice: non se ne parla, ma non è detto che sia finita».
Così come per le varianti del Prg: «Ora c’è la museruola. Ma stiamo attenti, la partita è aperta». Napoli sogna «un modello di turismo sostenibile, dove la ricettività sia commisurata a un’offerta intelligente e non concentrata soltanto nei picchi dell’estate». Con un retrogusto di fiducia: «La sensibilità della gente su questi temi è diffusa e radicata». E uno di paura: «Ma quando in gioco ci sono i soldi, tanti soldi, non sempre c’è la lucidità per fare le scelte giuste».
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