Last updated on Ottobre 2nd, 2012 at 06:38 pm
Sembra paradossale che in Sicilia i prezzi dei carburanti autotrazione siano tra i più alti d’Italia nonostante qui si raffini il 40% del petrolio e, a differenza di altre regioni, non vi siano caricate accise regionali. Dalla risposta al quesito, posto dall’assessore Armao all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, emerge che la causa sia da ricercare nella legislazione della Regione Siciliana. Ecco il vero paradosso: la Sicilia con la sua Autonomia speciale più che essere avvantaggiata ne subisce danni.
Infatti, il presidente dell’Autorità di garanzia, Giovanni Pitruzzella, riscontra la causa nelle norme regionali eccessivamente vincolanti per lo svolgimento della distribuzione dei carburanti: «I livelli di prezzo elevati nell’Isola, nonostante la presenza di raffinerie come i nessun’altra regione italiana e nonostante l’assenza di addizionali regionali sulla benzina, appaiono il risultato della blanda interazione concorrenziale tra le imprese in un contesto caratterizzato ad un oligopolio ristretto non contendibile da nuovi ingressi».
E, pertanto suggerisce di rimuovere con urgenza tutte le barriere normative che ostacolano lo sviluppo della distribuzione in Sicilia, mentre vanno stabilite norme che portino ad esiti più concorrenziali:
1) abolire il regime di concessione ed adeguare la normativa regionale al principio dell’autorizzazione comunale istituita nel 1998 a livello nazionale;
2) abolire la commissione Consultiva regionale per la ristrutturazione e la disciplina della rete distributiva dei carburanti istituita con legge regionale del 1982.E, ancorché dal luglio 2011 non abbia più tra le sue competenze quella di rendere un parere sulle nuove aperture, appare ancora come uno strumento della concertazione tra imprese petrolifere, retisti, gestori, al fine di influenzare le politiche settoriali verso esiti che tutelino gli interessi dei soggetti già operanti sul mercato a danno dei nuovi entranti;
3) conformare la normativa regionale al disposto della legge nazionale eliminando anche l’obbligo per i nuovi impianti di disporre di pannelli fotovoltaici per 10 kw;
4) riformare l’intera normativa in materia di orari e turni, eliminando ogni possibile restrizione;
5) riformare qualsiasi ruolo di Camere di Commercio e di organizzazione di categorie maggiormente rappresentative a livello provinciale;
6) riformare qualsiasi vincolo sugli orari degli impianti self service pre pay connesso all’assenza di personale addetto.
«L’autorità confida che le su esposte osservazioni siano tenute in adeguata considerazione da parte dei soggetti destinatari di questa segnalazione e resta in attesa di conoscere le iniziative adottate in relazione alle problematiche sopra evidenziate». Chiaro il messaggio: è rivolto al governo della Regione con procedura d’urgenza nell’interesse dei consumatori. E, in seconda battuta, all’Ars.
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