Su tutto il territorio italiano sono presenti circa 650.000 ettari di vigneti e, secondo le stime, gli abitanti dello Stivale iniziarono a dedicarsi a queste colture già nel 500 a.C. La passione per il Barolo, l’Amarone e il Nero d’Avola, ma anche per i più freschi Prosecchi e Gewurtztraminer, insomma, non sarebbe una faccenda recente.
Le piante di viti che, per merito delle loro foglie variopinte in autunno, hanno recentemente trovato largo impiego anche nella vegetazione ornamentale, sono continuamente minacciate da alcuni insetti in grado di rovinarne sia le foglie che il raccolto.
Il coleottero della vite
Uno degli insetti infestanti maggiormente diffuso è il coleottero della vite, il quale può provocare diverse problematiche. La carruga, l’oziorinco, il bostrico della vite, il sigaraio della vite ed il maggiolino comune sono solo alcuni degli insetti più rilevanti per la salute della pianta.
La carruga della vita
La carruga della vite è un animale della famiglia dei coleotteri che si rivela dannoso sia nel suo stato larvale che in quello da adulto. Le larve di questa specie appaiono bianche e caratterizzate dalla forma che ricorda la lettera C; la carruga adulta invece può raggiungere i 18 mm di lunghezza ed è di colore verde brillante. Durante la sua vita, questo insetto, si nutre delle barbatelle della vite e delle sue parti erbacee, ma arriva ad attaccare anche le foglie e la loro parte internervale.
L’oziorinco
L‘oziorinco, come la carruga della vite, è un insetto altamente dannoso per il vigneto in ogni fascia di età: allo stato larvale, infatti, esso si nutre delle radici della pianta, mentre nella fase adulta va a colpire i germogli e le foglie della vite. L’oziorinco, di colore scuro e lungo circa 1 centimetro, è un insetto prevalentemente notturno, il quale aspetta il buio per strisciare e risalire dal tronco alle foglie della pianta.
Il bostrico
Un altro insetto molto dannoso per i vigneti è il bostrico: esso, che si presenta di colore nero a macchie gialle ed è lungo circa 5 mm, è in grado di bucare la corteccia della vite e scavare gallerie al suo interno, al fine di deporre le sue uova.
Il sigaraio della vita
Il sigaraio della vite, invece, si differenzia dagli altri coleotteri per il suo colore di tipo metallico caratterizzato da sfumature che vanno dal verde al blu. In grado di mimetizzarsi sulle foglie, il sigaraio, deve il suo nome alla forma accartocciata ed arrotolata delle foglie secche che utilizza per deporre le sue uova.
Il maggiolino comune della vite
Infine, la presenza del maggiolino comune sulla vite, implica una pianta visibilmente sofferente: questo insetto, infatti, si nutre sia delle radici della vite, allo stato larvale, che delle foglie in età adulta.
La filossera della vite
Un altro insetto, pericoloso per la salute del vigneto, è la filossera della vite: tale afide, originario del Nord America ed arrivata in Europa nel XIX secolo, mostra il suo attacco con la presenza di croste rugose sulle foglie e bolle sulle radici della pianta, queste ultime sono piene di uova. Tali deformità della pianta provocano notevoli difficoltà per la stessa ad assorbire i nutrienti, indispensabili per una crescita sana e rigogliosa.
Come sconfiggere gli insetti che rovinano i vigneti
I viticoltori, ragionevolmente stufi dei ripetuti attacchi da parte di tali insetti che compromettono le loro produzioni vinicole, hanno imparato a difendere i vigneti.
Quando si presentano infestazioni piuttosto forti è importante eliminare tempestivamente i coleotteri in ogni stadio della loro vita: si procede, infatti, sia con trattamenti larvicidi che con quelli adulticidi; nello specifico, per contrastare la presenza di insetti adulti, si utilizza il piretro naturale, un insetticida ammesso anche nell’agricoltura biologica.
Un altro trattamento per combattere i parassiti dei vigneti prevede la pacciamatura, naturale o sintetica, che mira a interrompere il ciclo vitale sul terreno.
Per sconfiggere la filossera della vite, invece, gli esperti si trovano d’accordo sul consigliare la tecnica dell’innesto. Con questa soluzione le combinazioni di piante innestate sarebbero in grado di sopportare meglio gli attacchi dall’afide, il quale tenderebbe a scomparire nelle stagioni successive.
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