Last updated on Ottobre 3rd, 2012 at 08:40 am
La recessione c’è e durerà ancora. A Taormina il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, non cambia una virgola su quanto detto giovedì.
Ma è di fatto partita la “fase 2” del governo, con l’imperativo categorico di far ripartire le opere pubbliche. E dal forum di Confagricoltura Passera scandisce: «Abbiamo recuperato dal Cipe progetti già pronti per 22 miliardi, ma l’obiettivo è di arrivare presto ad almeno 40-50 miliardi». E, in questo «pacchetto con nome, cognome, tempistica e impegno finanziario preciso», la Sicilia «avrà l’attenzione che merita, per recuperare il gap infrastrutturale e far ripartire sviluppo e occupazione».
A partire dall’innovazione e dall’agenda digitale, dove per il ministro «c’è ancora parecchio da fare». Soprattutto per ridurre la “sicilianitudine” dal resto dell’Europa: «Oggi (ieri per chi legge, ndr) mi dicevano delle difficoltà degli imprenditori siciliani su questo: siamo già oltre. Ci siamo presi l’impegno entro l’anno prossimo per ridurre ed eliminare il digital divide, e i soldi sono già stati messi: 32 milioni di cui 25 per questa regione».
C’è un rapporto diretto con Palazzo d’Orleans: «Lavoriamo insieme alla Regione Siciliana non soltanto – assicura Passera – per la banda larga, ma anche per anticipare almeno in parte il lavoro sulla banda ultralarga che comunque rientra nel programma. Di questo me ne assumo la responsabilità, quindi seguiremo insieme come vanno i lavori». E il Ponte sullo Stretto? Se i cinesi ci mettono davvero i soldi il governo cosa farà? «Non è fra le priorità in agenda, avremo modo e tempo di parlarne».
È stata una visita-lampo, quella del plenipotenziario economico del governo Monti all’Academy di Taormina: arrivo a mezzogiorno, partenza poco prima delle 15. Il suo intervento era inizialmente previsto per oggi, ma l’ex manager della finanza avrebbe chiesto agli organizzatori di anticipare a ieri la presenza «per impegni istituzionali» dietro ai quali si nasconderebbe la richiesta ai vertici di Confagricoltura di evitare una “sovrapposizione” con il trio “Abc” (Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini, azionisti di maggioranza del governo), la cui presenza catalizzerà il programma di oggi. Ma il ministro ci teneva a parlare davanti al popolo degli imprenditori agricoli. «L’agricoltura e l’agribusiness sono certezze. La domanda è quasi infinita, teoricamente: nel mercato mondiale tutto ciò che è agricoltura è legato alla vita e alla salute di tutti. E questo è un settore che nell’ultimo decennio, anche nelle fasi di maggiore criticità, ha sempre dimostrato vitalità, dinamismo e voglia di innovare».
Ma la crisi è tutt’altro che archiviata: «Non possiamo nascondere i problemi, per poter mettere a punto azioni e strategie bisogna sapere da cosa si parte. E noi partiamo da un Paese che da troppi anni non cresce, con problemi strutturali da affrontare. Tutti gli uffici internazionali ci danno in recessione fino alla fine di quest’anno. Il nostro compito è accorciare questa nuova fase di recessione, farla terminare prima possibile, rimuovendo tutte le cause che hanno zavorrato giù il nostro Paese per tanto tempo. Per rimettere le imprese in condizioni di esprimere il loro dinamismo occorre accelerare con coraggio tutte le riforme». Partendo dal mercato occupazionale: «Quella del lavoro è una grande riforma, un grande lavoro che è stato fatto e che deve essere portato fino in fondo con le caratteristiche adeguate». Una quasi-riforma che Mario Monti ha portato con sé in Asia come “brochure” di un Paese che sta cambiando: «Il premier è riuscito a fare il miracolo di recupero della credibilità sui mercati internazionali, ma molti dei problemi di dicembre e gennaio sono ancora lì e devono essere risolti».
I problemi, appunto. Come i ritardi nei pagamenti alle aziende: «Le imprese – ricorda Passera – hanno circa 100 miliardi di indebitamento forzoso, metà per i mancati pagamenti tra i privati, metà per quelli della pubblica amministrazione. È un impegno che abbiamo preso di risolvere la situazione, ma non può essere incoerente con gli obiettivi di finanza pubblica». E l’energia: «Nel decreto ministeriale sul fotovoltaico in via di emanazione, vi è la volontà di correggere le storture che avevano finora assegnato al settore un livello di incentivazione enormemente più alto rispetto a resto di Europa». In arrivo un altro decreto sulle altre rinnovabili.
E infine le strategie di crescita: «Tra le primissime cose che abbiamo fatto, c’è stata quella di mettere a disposizione 6 miliardi per premiare le imprese che aumentano il capitale nelle loro aziende. E poi abbiamo rimesso velocemente in moto quello che si era deciso di distruggere: l’Ice. Sarà uno dei motori per i servizi alle imprese per favorire l’internazionalizzazione».
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