A partire dal 6 agosto occorrerà il Qr code per potere accedere al cinema o a teatro, o per poter assistere a un concerto, ad una gara allo stadio e sarà altresì necessario per seguire un qualunque evento sportivo di un certo rilievo.
E’ stato infatti approvato ieri dal governo il Green Pass obbligatorio, certificato verde che attesta che ci si è vaccinati almeno con una dose, si è guariti dal Covid da non più di sei mesi o si ha l’esito di un tampone negativo in tasca, servirà per concedersi qualsiasi svago che non sia quello rintanarsi a casa a guardare la tv.
Senza il certificato verde non ci si potrà sedere al chiuso in un ristorante o al bar, anche se il caffè o il bicchiere al banco si potranno consumare senza problemi. E il certificato servirà anche per l’ingresso alle sale bingo e casinò, alle terme, mostre e musei. Senza Green Pass non si partecipa nemmeno ai concorsi pubblici. Gli unici ad essere usciti dal listone sono i mezzi di trasporto come navi, aerei e treni a lunga percorrenza. Sui quali però il governo sta riflettendo a proposito di se e come applicare il certificato verde in seconda battuta.
Lo stato di emergenza per il Covid, in vigore dal 31 gennaio 2020 e in scadenza il 31 luglio, è prorogato fino al 31 dicembre 2021.
Pesanti le sanzioni per i gestori che ometteranno di controllare il green pass.
Per chi viola le regole c’è una sanzione da 400 a 1000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Se le violazioni si ripetono in 3 giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni.
L’onere di verificare chi è in regola e chi no con il green pass alla fine pesa su “titolari e gestori dei servizi”, “tenuti a verificare che l’accesso ai predetti servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni”.
Cambiano i parametri per l’ingresso delle Regioni, che sono oggi tutte in zona bianca, nelle fasce di rischio con più restrizioni. Resta di 50 per 100mila abitanti l’incidenza per passare dalla zona bianca alla zona gialla ma da oggi saranno determinanti anche gli indicatori ospedalieri cioè l’occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche. Quelli per entrare nella zona di rischio gialla sono fissati rispettivamente a 10% e 15% per le intensive e le aree mediche; 20% e 30% per entrare in zona arancione e 30% e 40% per le zone rosse (percentuale che resta invariata rispetto ai precedenti parametri).
Il suddetto decreto rinvia a un successivo Dpcm l’adozione di tecniche digitali per consentire la verifica del certificato “assicurando contestualmente la protezione dei dati personali“.
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