Sul mondo del vino, principale voce dell’export agroalimentare nazionale, che vale oltre 11 miliardi di euro, sta per abbattersi una nuova spada di Damocle: togliere l’alcol e aggiungere acqua. Questa sarebbe l’ultima proposta di Bruxelles per il settore enologico, già sotto attacco con la proposta di introdurre etichette allarmistiche per scoraggiarne il consumo, previste nel “Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei”.
A lanciare l’allarme è Coldiretti, che ha reso noto i contenuti del documento della Presidenza del consiglio dei ministri Ue, in cui viene affrontata la pratica della dealcolazione parziale e totale dei vini. La proposta prevede di autorizzare, nell’ambito delle pratiche enologiche, l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua. Una tegola che arriva in un momento difficile per il settore, che sconta un crollo del 20% dei consumi all’estero nel 2021.
La proposta di annacquamento va ad aggiungersi ad altre insidie da parte di Bruxelles, che ha già legalizzato l’aggiunta dello zucchero nei paesi del Nord Europa per aumentare la gradazione del vino; questo, nonostante lo zuccheraggio sia sempre stato vietato nei Paesi del Mediterraneo, con l’Italia che ha combattuto contro un “trucco di cantina” e per affermare la definizione di vino «quale prodotto interamente ottenuto dall’uva».
Ma l’Ue ha dato il via libera anche al vino “senza uva”, ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes, pratica enologica che, spiega la Coldiretti, altera la natura stessa enologica che, per tradizione, è solo quella interamente ottenuta dall’uva.
Riferimento al “working paper”.
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