“Perché ora sono tutti d’accordo sul “Recovery?” si chiede Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, che prova a dare una risposta: “Perché, nel nome di una tendenza imperante a statalizzare l’economia, ci sarebbe un accordo tra le potenti lobby del Nord e la politica: va bene dare più risorse al Sud, purché i benefici siano incassati al Nord, tramite i general contractor, colossi delle costruzioni che ora vedono lo Stato al loro fianco come azionista e finanziatore. Ciò a scapito delle imprese locali del Sud”.
L’Ance Sicilia dice “no” alla costituzione, di fatto già delineata, di un monopolio dei general contractor del Nord sul mercato delle opere pubbliche al Sud, in particolare in Sicilia, che escluda le imprese locali dalla possibilità di partecipare alle gare, proprio ora che, dopo dieci anni di vuoto, da Roma si prospetta il finanziamento della manutenzione della viabilità stradale e ferroviaria, voce che darebbe ossigeno alle piccole imprese stremate dalla crisi.
“Il disegno nazionale – scrive l’Ance Sicilia – , da quanto si apprende da dichiarazioni riportate dalla stampa, sarebbe quello di un Accordo quadro che, con la scusa di fare presto replicando il “modello Genova”, assegni direttamente ai general contractor tutti gli interventi che saranno finanziati col “Recovery” e anche con le risorse Ue della programmazione ordinaria. Quindi, a proposito di Sicilia, non solo le grandi infrastrutture strategiche che sono già affidate in lotti di importo troppo elevato per le imprese locali: i general contractor avrebbero a loro disposizione tutte le manutenzioni stradali e ferroviarie. Niente più gare né regole e trasparenza, controlli al minimo indispensabile”.
“Ci opponiamo ad un chiaro disegno imprenditoriale – dichiara Santo Cutrone – che sta prendendo forma a livello nazionale trovando convergenza politica e istituzionale. Occorre una forte reazione della Regione col sostegno compatto di tutte le forze politiche, per salvaguardare il futuro delle imprese locali, degli edili e delle loro famiglie. Facciamo appello alla Regione siciliana e alle altre Regioni del Sud affinché già domani, nell’incontro organizzato dal premier Draghi sul “Recovery”, protestino contro questo disegno che fa leva sul sentimento anti-imprese locali tipico di certa politica”.
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