iO Donna, la rivista settimanale distribuita come supplemento del sabato del Corriere della Sera, dedica una vetrina alla Sicilia ed alla sua “Via Verde”.
Il femminile del Corriere della Sera, diretto da Danda Santini, ha lanciato a maggio il progetto a sostegno del turismo del Bel Paese #iodonnavacanzeitaliane con l’intenzione di condurre ogni settimana le lettrici alla scoperta delle bellezze del territorio italiano.
Nel numero di oggi la rivista, nella sezione Viaggi, dedica un ampio spazio alla greenway di 17km di pista ciclabile.
Tratto da un articolo di Mariateresa Montaruli pubblicato sulla rivista iO Donna
Viaggi. Le vie verdi
Le ferrovie dimenticate, un patrimonio di seimila chilometri in Italia, hanno tracciati separati dalla rete stradale, curve morbide, pendenze moderate e costanti. Riconvertite in greenway, percorsi riservati esclusivamente a spostamenti non motorizzati, sono perfette per i viaggi in modalità dolce, in bicicletta e a piedi. Nel nostro Paese, sono 70 i tratti ferroviari, pari a 950 chilometri di ferrovie, recuperati sotto forma di vie verdi ciclopedonali o percorsi da trenini turistici. I primi interventi di trasformazione furono avviati negli anni ’90 sull’ex ferrovia Ora-Predazzo, tra Alto Adige e Trentino; lungo Paliano e Fiuggi, nel Lazio; sulla linea Modena-Vignola, in Emilia Romagna; sulla Caltagirone-Dittaino, in Sicilia, e sulla Dobbiaco-Cortina d’Ampezzo.
Un gioiello lungo 17 chilometri
Nella terra che Giuseppe Tomasi di Lampedusa percepiva “cosmicamente desolata”, correva un tempo la ferrovia a scartamento ridotto Castelvetrano-Porto Empedocle. Lunga 123 chilometri, venne attivata tra il 1910 e il 1923 per trasportare zolfo e agrumi. Il tratto tra Rivera e Castelvetrano fu chiuso nel 1985 e dismesso nel 2004. È questo il ramo che, per 17,6 chilometri, su asfalto, è stato trasformato in via verde. Utilizzata a partire dalla frazione costiera di Porto Palo di Menfi (Agrigento), località di spiagge appena a est della Riserva Naturale delle Foce del Belice, la greenway è ancora disseminata di stazioncine anni Venti e profumata di aranceti. Da Porto Palo, il percorso si lascia alle spalle il mare per sfiorare l’abitato di Menfi. Torna nuovamente sulla costa negli ultimi due chilometri fino al fiume Carboj. Sulla via verde sono stati recuperati 18 piccoli ponti necessari a superare valloni e corsi d’acqua. Dimenticati risultano invece i vecchi caselli ferroviari. Nelle vicinanze, più a est, si trovano le belle spiagge di Eraclea Minoa e della Riserva Naturale di Torre Salsa. Se vi allungate fino al paesino di Ribera, sappiate che è culla di marmellate: quella di arance bionde va accostata ai caprini, la composta di mandarino tardivo si accompagna alla ricotta fresca. A Sambuca di Sicilia si fa un salto alla cantina cinquecentesca dell’Ulmo dell’azienda Planeta che sponsorizza la manutenzione della ciclopedonale. Nel boschetto della Segreta della tenuta c’è un sentiero di essenze selvatiche. Anche qui, tra clematis, narcisi e asfodeli, è bello camminare.
Giacomo Lanzarone è nato a Menfi nel 1983. Ha studiato in Emilia Romagna conseguendo la Laurea in Informatica. Dopo alcune esperienze professionali in Ferrari e Maserati, nel 2017 è emigrato nella sedicente Padania.
Da alcuni anni si è specializzato come tecnico ERP Infor LN. Oggi si occupa anche di Business Intelligence, con l’ausilio di Infor Dynamic Enterprise Performance Management (Infor d/EPM).
Determinato, sportivo, amante della buona cucina e dei piaceri della vita. Ama viaggiare, allargare i suoi orizzonti e scoprire nuove culture.