Quel che sta succedendo, in Europa e nel mondo, ha semplicemente del clamoroso: una situazione imprevedibile ed inaspettata, scatenatasi dopo la pandemia da Coronavirus. Che non risparmia nessuno e miete vittime, non di certo solo a livello umano. Più settori economici stanno pagando lo scotto del virus e le sue conseguenze: il “lockdown”, ovverosia la chiusura totale di ogni attività produttiva o qualsivoglia comprenda l’assembramento di più persone, ha già mandato in affanno diversi settori. Tra quelli che più stanno patendo le conseguenze sicuramente c’è il gioco d’azzardo, letteralmente in paralisi.
Secondo un recente articolo pubblicato su Slotjava, il gioco potrebbe perdere fino all’8% dei ricavi, e sarebbe uno scenario perlopiù drammatico e dal quale rialzarsi repentinamente. Sorride, quantomeno, l’online: le quarantene, in molti paesi, spingono la gente a giocare online e questo ramo del settore potrebbe crescere, come è già cresciuto, fino a sfiorare il 15% totale per il 2020.
In tutto il mondo, nelle scorse ore sono arrivate comunicazioni specifiche per gli operatori di ogni Paese. Ad esempio, la Gambling Commission inglese ha inviato una serie di linee guida ai suoi operatori affinché si impegnino a rispettare tutte le norme previste dal protocollo per la tutela della salute pubblica: lavoro da casa, trasparenza dell’offerta, controllo e tutela del cliente. Ma lo Stato, a quanto pare, non garantirà tutele economiche agli operatori, aprendo un altro problema, ben più grosso, a livello economico.
La KSA, ente regolatore del gioco in Olanda, ha invece imposto a tutti gli operatori il massimo rispetto della situazione, invitando loro ad evitare slogan che sfruttino il virus per la promozione di specifici prodotti da gioco. In Italia, a fronte di un decreto che comprende anche il gioco tra le priorità, la situazione è in subbuglio: il settore fisico ha già registrato un calo dell’oltre il 9%, complice la chiusura in tutta la “vecchia” zona rossa, comprendente Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, dove il crollo è stato repentino e immediatamente evidente.
L’evolversi della situazione ha portato l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a dichiarare la “serrata” a giochi quali Lotto, SuperEnalotto e via dicendo. Le cose non migliorano nemmeno in Asia, dove la gran parte delle fiere previste sono state già posticipate e in alcuni casi cancellate. Nel continente asiatico, a Macao, il celeberrimo Casinò ha già perso oltre 25 miliardi tra gennaio e febbraio, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per la Cina non esistono ancora dati ufficiali ma ad oggi quel mercato vale 71 miliardi di euro, il 16% dei ricavi totali. L’andamento delle cose andrà ovviamente rivisto in base all’andamento della pandemia. Contenendola ai mercati già interessati, il rischio potrebbe essere perlopiù lieve. Ma è una rosea prospettiva.
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