Alla fine di marzo il Parlamento europeo ha confermato il divieto di uso della plastica usa e getta. In particolare, si prevede il divieto, entro il 2021, per posate monouso, cotton fioc, cannucce e mescolatori; obiettivo di raccolta del 90% per le bottiglie di plastica, entro il 2029, e l’applicazione più rigorosa del principio “chi inquina paga”.
A rafforzare il principio del “chi inquina paga” ci sarà l’introduzione di una responsabilità estesa per i produttori che si “applicherà ad esempio – si riporta in una nota della Commissione – ai filtri di sigaretta dispersi nell’ambiente e agli attrezzi da pesca persi in mare, per garantire che i produttori sostengano i costi della raccolta”. Sarà obbligatoria, inoltre, l’etichettatura informativa sull’impatto ambientale di disperdere per strada le sigarette con i filtri di plastica, così come per altri prodotti: bicchieri di plastica, salviette umidificate e tovaglioli sanitari.
In Sicilia sono tante le iniziative virtuose di amministrazioni e privati, la legge per liberare i Comuni dalla plastica potrebbe essere approvata prima dell’estate e intanto continua a crescere la raccolta differenziata degli imballaggi.
Le spiagge isolane e il mare che le circonda non sono immuni da bicchieri, piatti, imballaggi vari e soprattutto le temute microplastiche, spesso rinvenute all’interno di pesci e tartarughe marine, tra le principali vittime dell’inquinamento. Alcuni monitoraggi sul campo, basati quindi su un metodo “empirico”, sono stati condotti lo scorso anno, alle porte della stagione estiva, dalle principali associazioni ambientaliste che operano in Italia. Nel maggio del 2018, i volontari di Legambiente hanno ispezionato 12 spiagge siciliane, registrando la presenza di 787 rifiuti ogni 100 metri lineari di litorale su una superficie totale di 49.550 metri quadri. E sempre l’anno scorso un altro monitoraggio, “Stessa spiaggia, stessa plastica” condotto da Greenpeace Italia, ha fotografato lo stato di salute di sette coste italiane. Tra queste anche la spiaggia Arenella di Palermo dove i rifiuti rinvenuti erano soprattutto di plastica, in una percentuale tra il 50 e il 75%.
Tratto da QDS
Giacomo Lanzarone è nato a Menfi nel 1983. Ha studiato in Emilia Romagna conseguendo la Laurea in Informatica. Dopo alcune esperienze professionali in Ferrari e Maserati, nel 2017 è emigrato nella sedicente Padania.
Da alcuni anni si è specializzato come tecnico ERP Infor LN. Oggi si occupa anche di Business Intelligence, con l’ausilio di Infor Dynamic Enterprise Performance Management (Infor d/EPM).
Determinato, sportivo, amante della buona cucina e dei piaceri della vita. Ama viaggiare, allargare i suoi orizzonti e scoprire nuove culture.