Ho perso un po’ di tempo per iniziare a leggerlo. Non sapevo quello che mi aspettava ma un piccolo pregiudizio si era già creato. Del resto, mi sono innamorato del titolo di questo libro e quando ho letto delle origini romane dell’autrice ho subito pensato: “chissà cosa vorrà insegnarci sulla Sicilia…”. Mi aspettavo molto, ed è quello che ho trovato. Nel primo rigo della sua introduzione le cose vengono messe subito in chiaro: “La Sicilia può essere spiegata solamente dai siciliani”. Scappa un inevitabile sorriso. E poi ogni libro ha il suo tempo e “Sale di Sicilia” il suo tempo se l’è cercato. Con dolcezza e verità così come viene fuori il suo titolo.
Mariacristina Di Giuseppe, al suo esordio narrativo, si è presa il tempo per mettere ogni parola al suo posto, lasciandola decantare nel viaggio in Sicilia di Vittorio De Luigi, il protagonista. Ogni cosa trova il suo posto perfetto nella confusione di una storia che è già chiara dall’inizio.
La prefazione del libro edito da Navarra Editore è affidata ad una penna non casuale, quella di Neri Marcorè. Una bella scoperta letteraria che non tradisce l’essenza di un titolo che genera aspettative e che risveglia piccoli angoli di Sicilia presenti dentro ognuno di noi. La Sicilia narrata nel romanzo non è solo lo spazio principale dove il protagonista si muove ma è anche, e soprattutto, un luogo del cuore. Non uno spazio fisico ma dell’anima, vera protagonista del bel libro di Mariacristina Di Giuseppe.
Un’inchiesta legata al traffico di opere d’arte che non regala domande ma risposte. Una lettura piacevole e a tratti nostalgica, interrotta da personaggi veri e tragicomici come la realtà del mondo in cui viviamo. Che si chiamino Laura, Omero Ungaro, Adriana o Nelson poco importa. Importa quel che resta, come il sale di Sicilia.
“Nel tempo del ritorno, nel distacco della nuova appartenenza e dai germogli di vita inattesa, nel silenzio di uno stordimento totale, avvertii un profumo nuovo sulla pelle: di mare, di zolla di terra, di scheggia di sasso, di sale di Sicilia. Lo pensai benedetto. Aveva insaporito il mio sangue, i miei pensieri, come faceva con l’aria, con l’erba. Li avrebbe conservati, protetti, come quando stipava le acciughe”.
Navarra Editore
Anno: 2014
Pagine: 216
Prezzo: € 15,00
Nato a Livorno e cresciuto a Menfi, in Sicilia. Ho studiato Giurisprudenza a Bologna e scritto “L’eucaristia mafiosa – La voce dei preti”, un libro sui rapporti tra mafia e Chiesa che ha raccolto la testimonianza di diversi religiosi. www.eucaristiamafiosa.it