In quota Pd Fiumefreddo, ma non c’è nessuno dell’area Lupo. Saltano gli equilibri interni del Partito democratico.
Nata male e destinata a finire peggio, la nuova giunta nominata ieri pomeriggio da Rosario Crocetta, governatore della Regione, che ha creato un vero e proprio terremeto all’interno del Partito Democratico siciliano, al punto da indurre il segretario regionale dei Dem, Fausto Raciti, a disconoscerne la composizione, essendo stata ignorata l’area che fa capo all’attuale vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo, inserendo invece in quota Pd Antonio Fiumefreddo nei confronti del quale già in precedenza c’era stato un veto del PD.
Dopo avere suscitato un vero e proprio vespaio, ieri sera, Crocetta ha reincontrato Raciti, facendo sapere tramite le agenzie, voler “verificare la possibilità di allargare la rappresentanza politica in giunta, rivedendo qualche nome tra quelli indicati precedentemente”.
Classico esempio di quanto il rattoppo è peggiore del buco. Infatti, procedendo in questo modo, il presidente della Regione rischia di provocare un doppio danno alla politica, già poco credibile, ed alla sua stessa immagine. Sembra che si sia perso il senso del ridicolo, maneggiando le istituzioni come se fossero giocattolini con i quali trastullarsi.
La difficile situazione finanziaria in cui versa la Sicilia ha bisogno di un governo serio, coeso e credibile che sia in grado di avviare una stagione di riforme ed instaurare un solido rapporto politico con il governo nazionale. Ma dal Nazareno non arrivano rassicurazioni confortarti, anzi. Angelino Alfano, ad esempio, ha preso le distanze dal neo assessore Vermiglio, designato come tecnico ma rappresentante dell’area centrista. Reazione che fa cedere nel vuoto anche quel vano tentativo di voler attrarre nell’alveo della maggioranza il NcD, con l’obiettivo di dare vita ad una colazione simile a quella che oggi sostiene il governo Renzi.
Ma questo modus operandi della politica siciliana, fatta di appelli, incertezze e tentennamenti, non fa altro che alimentare l’antipolitica allontanando i cittadini dalle istituzioni. I siciliani sono stanchi delle pantomime della politica, chiedono interventi in grado di innescare lo sviluppo e fare crescere l’economia. Invece, sono costretti ad assistere a continue lotte di potere che alimentano il caos e l’immobilismo.
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