Una nuova tegola rischia di abbattersi sulla testa dei siciliani. Palazzo Chigi, sede del Governo italiano, avrebbe infatti scritto alla Regione siciliana prospettando rilievi di incostituzionalità in merito alla legge regionale n. 19 “Disciplina in materia di risorse idriche”.
Lunedì prossimo la questione verrà attentamente esaminata dal Consiglio dei ministri, che pare vorrebbe impugnare il provvedimento. Purtroppo non è ancora di dominio pubblico il testo completo che contiene il dettaglio dell’impugnativa inviata dal ministero a Palazzo d’Orleans.
Informalmente, però, sembrerebbe che l’Autorità per l’energia avrebbe chiarito gli ambiti di applicazione dell’esercizio dei singoli poteri: la Giunta regionale ha il compito di definire il metodo tariffario per il Sistema idrico integrato, ma spetta allo Stato esercitare la funzione di predisporlo.
Inoltre altre perplessità sarebbero state poste sulla parte relativa all’art. 4 della norma che di fatto determinerebbe uno squilibrio che penalizzerebbe troppo i soggetti privati. Ciò avverrebbe sia in violazione del principio di tutela della concorrenza, sia con riferimento alla durata ritenuta breve, nove anni, che riguarderebbe l’affidamento del servizio. La normativa comunitaria pone sullo stesso piano la gestione in house, la gestione privata e la società mista. Il testo avrebbe dovuto contenere solo l’indicazione degli enti pronti a prendere il posto dell’autorità d’ambito a cui spetterebbe la forma di gestione del servizio idrico integrato.
Tra le parti contestate anche la norma che “sembra porre a carico del soggetto affidatario ogni variazione economica che possa intervenire nel periodo di affidamento per qualsiasi causa, anche non imputabile al gestore”, ritenuta troppa svantaggiosa per gli affidatari.
Ne va dimenticato che la legge regionale, ampliando la platea dei Comuni a cui si concede la facoltà di gestione autonoma, andrebbe in direzione contraria al già citato principio di superamento di frammentarietà delle gestioni. Si finirebbe di fatto per andare in una direzione opposta a quella che prevede la concentrazione dei gestori e verso più soggetti invece che dovrebbero operare. Il principio di gestione unica per ambito era tra i punti centrali privilegiati peraltro dal decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014 detto ”Sblocca Italia”.
Nessuna dichiarazione arriva dal governo Crocetta e da Vania Contrafatto, assessore regionale all’Energia e rappresentante dell’area di Davide Faraone, che in passato aveva provato a smorzare i toni della polemica, prima durante l’iter legislativo e poi provando una mediazione con il governo romano.
Purtroppo per i siciliani, a cui sta molto a cuore la vicenda, la battaglia per l’acqua pubblica sembra non ancora finita.
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