Amato, Finocchiaro, Mattarella, Castagnetti. Passando per il governatore della Banca d’Italia, Visco (che pure ufficialmente si è sfilato), e l’attuale ministro dell’Economia, Padoan: a pochi giorni dell’elezione per il presidente sono ancora tanti i nomi che si rincorrono e che, a seconda degli interlocutori, sono dati favoriti.
Stando a quanto raccontano alcuni, a causa dei veti incrociati, starebbe riprendendo quota anche il nome dell’attuale capo dello Stato supplente, Grasso. Continua poi a essere insistente la voce secondo cui Renzi avrebbe già individuato “il” candidato che, però, tiene “coperto” in attesa delle consultazioni con i deputati e i senatori “dem” e con gli altri partiti. Si tratterebbe di un profilo in grado di convincere sia il Pd, sia Berlusconi e i suoi.
Oltre alle candidature di bandiera, come quella di Martino fatta da Fi, in queste ore si registra anche il ritorno degli ex-segretari di partito, come Veltroni (ma non Bersani che, però, starebbe lavorando per trovare un nome condiviso all’interno del partito).
Nonostante la contrarietà del M5S e almeno di una parte della minoranza “dem” in molti insistono su Amato, gradito anche a Berlusconi e sul quale vi sarebbero forti pressioni di ambienti economico-finanziari.
Grillo e i suoi, intanto, gelano il premier declinando l’invito alle consultazioni e gli chiedono di tirare «fuori i nomi» per poter discutere alla luce del sole, consultando il popolo della Rete, e poi di poter votare un nuovo presidente nei primi tre scrutini scalzando il “patto del Nazareno” e ribadendo il “no” ad Amato.
Ecco il giro di consultazioni
Oggi il Pd, gli altri partiti martedì, poi di nuovo il Pd per chiudere il giro giovedì in tempo per l’inizio degli scrutini. È lo schema delle consultazioni delineato da Renzi per arrivare alla scelta del nome del nuovo capo dello Stato. Un metodo per individuare una figura che raccolga la più ampia condivisione in Parlamento e un percorso dal quale, però, mancherà uno dei soggetti potenzialmente di maggior peso: Grillo. Oggi alle 9, nell’auletta dei gruppi di Montecitorio, Renzi riunirà i 307 deputati del Pd. Subito dopo, alle 12, al Senato vedrà i 108 dem. Martedì è fissato un calendario che non prevede l’appuntamento col M5S.
Il giro di consultazioni comincerà alle 9,30 con Italia-Cd-Sc per chiudersi in serata, coi Popolari per l’Italia (19.45) e con Sel, prevista (20.15). Poco prima toccherà a Fi (19) che aprirà gli incontri del pomeriggio, dopo una pausa in corrispondenza del voto finale sulla legge elettorale al Senato. Il calendario della mattina è serrato: Ncd-Udc (10.15), Misto-Maie-Api (11), Psi (11.30), Svp-Patt-Union valdotaine (12) Lega (12.30), Idv (13,15), Fdi-An (13.45), Gal (14.15).
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