Quando militavano in Alleanza nazionale, si guardavano in cagnesco. Tant’è che ognuno è andato per la propria strada: chi con Storace, chi con Fini, chi con La Russa, chi con Berlusconi. Una diaspora che ha lasciato il segno nella destra tradizionale italiana.
Oggi, dopo una intensa e paziente tessitura di Nello Musumeci, leader dell’opposizione di centrodestra all’Ars, a Palermo si ritroverranno insieme Raffaele Stancanelli, Fabio Granata, Carmelo Briguglio, Giampiero Cannella, Dario Falzone, Livio Marrocco, Alessandro Aricò e tanti altri che ad An avevano aderito entusiasticamente, nel 1995, a Fiuggi.
E per la rimpatriata degli ex An, Musumeci ha scelto un tema accattivante ed evocativo nello stesso tempo: “È buttanissima/#diventerà bellissima”, mettendo insieme il titolo dell’ultima fatica letteraria di Pietrangelo Buttafuoco, intellettuale di destra, e una delle frasi più struggenti pronunciate da Paolo Borsellino poco dopo la strage di Capaci e prima di quella di via D’Amelio in cui fu fatto saltare in aria dalla mafia, insieme con gli agenti della sua scorta.
Ma l’iniziativa di Musumeci intende andare oltre lo schieramento di centrodestra: ha l’obiettivo di lanciare una nuova ed allettante offerta politica per tentare di neutralizzare la sfiducia che la gente ha nei confronti delle istituzioni che si traduce in un’altissima astensione al momento del voto.
“Buttanissima e bellissima”, una provocazione forte in un momento di grande confusione politica.
«C’è un tratto di penna che unisce il racconto di Pietrangelo Buttafuoco alla speranza evocata da uno degli ultimi interventi pubblici di Paolo Borsellino: sono storie che, con valori di destra, hanno saputo trovare il rispetto e l’attenzione della Sicilia, oltre le collocazioni di partito. È un modello al quale guardare con interesse perché senza riferimenti culturali non è possibile costruire un progetto politico e, allo stesso modo, fuori dai binari della legalità è impensabile immaginare una locomotiva Sicilia che corra verso un modello di sviluppo finalmente competitivo»
È il primo passo verso la costruzione di una nuova maggioranza?
«È una manifestazione di opposizione, cui non a caso partecipa chi nell’immaginario dei siciliani incarna le battaglie di alternativa al governo Crocetta. Ma è anche una manifestazione di proposta, perché progettare il futuro è indispensabile premessa per provare a rispondere ai problemi della Sicilia».
Più della metà dei siciliani, nel 2012, non ha votato per le regionali. E le recenti consultazioni di Calabria ed Emilia Romagna hanno dimostrato che il malessere dei cittadini è generalizzato.
«Se più della metà dei cittadini siciliani sono delusi dall’inefficienza della politica (ancora più grave l’altissima astensione dell’Emilia Romagna e della Calabria), se l’Ars sembra incapace, per colpa della maggioranza, di produrre qualsiasi legge, se il governo regionale si occupa di tutto tranne che di governare, è necessario riempire di contenuti questo vuoto, con una proposta seria. Se il libro di Buttafuoco diventa un caso letterario che vende 60 mila copie in quattro mesi, vuol dire che il “caso Sicilia” è nazionale e che un libro riesce a fare una denuncia più forte del messaggio dei partiti. Da Palermo partirà un vero e proprio giro della Sicilia in ottanta settimane».
Quindi, intende dare vita ad un nuovo partito.
«Non serve oggi proporre la costituzione di nuovi soggetti politici, serve porre la politica al servizio del superamento di tutti i privilegi e il rilancio di poche, ma efficaci misure economiche».
Più facile a dirsi che a farsi.
«In effetti, la Sicilia oggi è guardata con sospetto sia dai siciliani, sia da chi vive fuori la nostra Isola. Il Pil della regione è a livelli più gravi della Grecia pre-troika; il settore manifatturiero e artigianale sono in negativo; nessuna delle vertenze aperte al ministero dello Sviluppo economico è stata chiusa favorevolmente per imprese e lavoratori; l’aggressione dei mercati stranieri sta paralizzando la nostra agricoltura; nel turismo persino la piccola Malta cresce, mentre da noi chiudono i musei».
E, secondo lei, tutte le negatività elencate sono colpa del presidente della Regione, Crocetta?
«A fronte di questa desolante fotografia, il governo della Regione, espressione del trasformismo parlamentare, ha dimostrato di non riuscire ad invertire questa tendenza. Di questo immobilismo ieri poteva essere chiamato a rispondere Rosario Crocetta. Adesso, con la nascita del suo terzo governo, la responsabilità è anche del Partito democratico e di quanti hanno voluto fare proseguire questa inadeguata esperienza di governo».
Insomma, intende creare un movimento alternativo all’attuale coalizione che governa la Regione.
«È questa la ragione del nostro evento: a fronte della crescente insoddisfazione dei siciliani verso chi li governa, è tempo che si faccia strada un progetto di alternativa, aperto a tutta la gente e non solo quella del centrodestra».
A chi pensa quando dice «tutta la gente»?
«A tutte le sensibilità ambientali e culturali, per esempio. Ma innanzitutto ai siciliani, perché il progetto è dei siciliani prima che dei partiti. Un progetto nel quale trovare linfa e idee affinché la “Buttanissima” denunciata da Buttafuoco di oggi sia la “bellissima” di domani, come credeva Borsellino. Bisogna capire e neutralizzare la sfiducia che la gente ha nelle istituzioni. L’offerta politica attuale non è allettante. Ed, allora, per esserlo la politica deve camminare su progetti concreti. Al momento non mi pare che ce ne siano». Lillo Miceli de La Sicilia
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