Proprio come a scuola. C’è chi è sempre lì, seduto al primo banco, ad alzare la mano e a farsi interrogare; e chi, invece, se ne sta nell’ultima fila, oppure non entra nemmeno in classe perché ha altro di meglio da fare. Ma poi arriva il tempo delle pagelle. E anche per i parlamentari – all’epoca della trasparenza e della democrazia digitale – è il momento di dare qualche spiegazione.
È una cosa seria lo studio della società di analisi politica “Openpolis” sulla produttività di deputati e senatori nel periodo tra marzo del 2013-ottobre 2014. Lo studio si basa sull’assegnazione a di un indice di produttività, composto assegnando un punteggio per ogni singolo atto: presenze in aula, emendamenti e proposte di legge presentati, con bonus per per ogni proposta approvata.
Ma, siccome la curiosità è sicula, prima di passare in rassegna le classifiche dei gruppi, andiamo ai deputati e ai senatori siciliani.
A Montecitorio spicca Marco Causi (Pd), quinto assoluto con un indice di 461,85; sul podio, molto staccate, due deputare del Movimento 5 Stelle: Claudia Mannino (176,05) e Giulia Grillo (67,07). A Palazzo Madama in testa Antonio D’Alì (Ncd), primo dei siciliani e decimo sul totale, con 338,99; a seguire l’ex grillino Francesco Campanella (ora nel gruppo misto) con 183,15 e un altro alfaniano, Bruno Mancuso, con 167,93. Ma la legge del contrappasso, per l’Ncd siciliano, si materializza guardando le ultime tre posizioni in Senato, tutte di colleghi del gruppo: Marcello Gualdani (21,01), il sottosegretario – e quindi in parte giustificata – Simona Vicari (17,63) e Renato Schifani (11,99). Più variegato il fondo della classifica siciliana alla Camera: terzultimo l’ex ministro Antonio Martino (Forza Italia) con 9,28; l’arrestato Francantonio Genovese (Pd) con 5,13 e Carmelo Lo Monte (misto) con 4,6.
La classifica per gruppi politici che viene fuori dallo screening vede la preminenza della Lega Nord, che arriva a quota 225 punti alla Camera e 172 al Senato. Segue Sel, con 76 punti alla Camera e 125 al Senato (dove fa parte del gruppo misto).
Poco “efficiente”, invece il Pd, che è maglia nera alla Camera (48 punti) e a metà classifica al Senato (92 punti).
Guardando ai singoli, i parlamentari più attivi sono il leghista Matteo Bragantini alla Camera e la capogruppo di Sel Loredana De Petris al Senato. Ma il rapporto evidenzia anche i “non pervenuti”: parlamentari che non hanno presentato nemmeno un emendamento e che non sono mai intervenuti nelle discussioni in aula e in commissione. Nella lista si trovano nomi eccellenti, come quelli di Denis Verdini, Niccolò Ghedini, Daniela Santanché, Gianfranco Rotondi e Paolo Bonaiuti.
«La declinazione che diamo al termine “produttività” è sempre più lontana dal mero conteggio delle attività svolte quanto piuttosto è tesa a rilevare la capacità di essere influenti ed efficienti. Non è produttivo il parlamentare primo firmatario di innumerevoli ddl ma quello che porta a casa una legge, non è produttivo chi protocolla centinaia di interrogazioni ma chi riesce ad ottenere una risposta da parte del Ministro competente». E non è detto che chi sia più presente sia altrettanto più produttivo: 122 deputati e 94 senatori hanno un tasso di presenza ai lavori d’aula superiore al 90%.
Ma la presenza è sininomo di produttività? La risposta di Openpolis è no: «Fra chi è stato presente oltre il 90% delle volte, soltanto il 22% dei deputati e il 40% dei senatori supera la media di produttività».
Quindi: per fare gli esami di riparazione si può pure studiare a casa.
Ma. B.
twitter: @MarioBarresi de la sicilia
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