Siamo tra i primi e lo ignoriamo.
L’espressione «Qualità della vita», negli ultimi decenni è entrata di prepotenza nel nostro lessico comune. Cambiando di volta in volta, nel corso degli anni, grazie ai grandi progressi della scienza, soprattutto in campo medico. Perché non c’è dubbio che al primo posto, quando parliamo di qualità della vita, va messa la salute.
Raggiunto questo primo, fondamentale, obiettivo il concetto di «Qualità della vita», nel tempo, ha assunto valori diversi: avere cura dell’ambiente, alimentarsi con cibi sani, sperimentare tecnologie per abbassare i tassi di anidride carbonica nell’aria, produrre energia da fonti rinnovabili.
Insomma, rendere migliore tutto ciò che ci circonda dopo decenni di uso improprio di prodotti chimici, di cementificazione del territorio, di città rese invivibili dall’uso scriteriato dell’automobile. Ora si cerca di correre ai ripari, avendo compreso che la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio è fondamentale per il turismo e per attrarre investimenti.
Rimarginare le ferite inflitte alle bellezze della Sicilia, non solo paesaggistiche, non sarà facile. Però, è possibile. Perché il cammino è già iniziato. Il dato più sorprendente che emerge dalle pagine dell’inserto “Mondo EcoBio” de La Sicilia dedicato al «bio» e all’«eco», è che siamo molto più avanti di quanto potessimo pensare.
La Sicilia è fra le prime regioni d’Italia nell’agricoltura biologica, anche se è quella che ne consuma di meno.
E se l’agricoltura biologica o tradizionale che sia, è il fiore all’occhiello della Sicilia, gratta gratta, si scoprono realtà incredibili nel campo della ricerca scientifica e delle imprese che, grazie alle tecnologie «eco» e «bio», riescono ad affermarsi nel mondo con grande successo, ma che stentano a decollare in Sicilia a causa delle solite lentezze burocratiche.
I nostri imprenditori che vanno all’estero, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, sono accolti con tutti gli onori da ministri e capi di Stato. In casa propria, invece, sono costretti a trascorrere ore e ore nell’anticamera di un assessore o di un dirigente regionale.
Al Cnr di Palermo si studiano e sperimentano tecnologie che lasciano a bocca aperta. Brevetti che vengono acquistati in tutto il mondo.
Qualche esempio: dal biodiesel si può ricavare una glicerina che viene utilizzata come additivo del cemento; dalla scorza di agrumi il limonene per farmaci, insetticidi e solventi; dal vino il resveratrolo. La glicerina come additivo del cemento è stata utilizzata negli Usa dopo la devastazione provocata dall’uragano «Katrina».
Oggi viene usata nei lavori di ampliamento del Canale di Suez. Dopo l’abolizione degli incentivi, in tanti energia da fonti alternative, come il fotovoltaico. Ma parecchi imprenditori che avevano investito in questo settore non si sono persi d’animo. Grazie al fatto che il costo degli impianti si è ridotto ad un quinto e non è più conveniente vendere l’energia prodotta, il business si è spostato sull’autoconsumo domestico ed industriale.
Grazie alle detrazioni Irpef per dieci anni e il minore costo della bolletta, il fotovoltaico può avere una nuova fase di espansione in Sicilia: regione con la maggiore insolazione, ma che produce appena il 6,7% del totale nazionale.
Giacomo Lanzarone è nato a Menfi nel 1983. Ha studiato in Emilia Romagna conseguendo la Laurea in Informatica. Dopo alcune esperienze professionali in Ferrari e Maserati, nel 2017 è emigrato nella sedicente Padania.
Da alcuni anni si è specializzato come tecnico ERP Infor LN. Oggi si occupa anche di Business Intelligence, con l’ausilio di Infor Dynamic Enterprise Performance Management (Infor d/EPM).
Determinato, sportivo, amante della buona cucina e dei piaceri della vita. Ama viaggiare, allargare i suoi orizzonti e scoprire nuove culture.