Il ciclista messinese vince il Tour de France.
Sarà antipopolare dirlo, ma va detto. Questa vittoria di Vincenzo Nibali al Tour de France vale assai più di quanto avrebbe potuto regalarci in termini di emozioni allo stato puro un successo della Nazionale azzurra di calcio ai Mondiali in Brasile. Lo diciamo non con il senno del poi, ma con un po’ di senno e punto.
Perché del ciclismo di questi anni si sono scoperte tante porcherie, esasperazioni, alimentazioni artificiali di miti, muscoli e polmoni. Ma, al netto di tutto ciò, resta il cuore che batte da solo e senza sofisticazioni in questo sport ed in chi lo pratica con lealtà. Restano la fatica e il sacrificio, la tecnica e il sudore, i colori e i paesaggi, il caldo e la neve, la pioggia.
Tutto elementi che trasformano le vittorie in imprese, il coraggio in eroismo. E qui c’è pure di mezzo un italiano di Messina, Vincenzino Nibali, che è andato a passeggiare con la sua bicicletta sugli Champs Élysées, che ha fatto ammattire i francesi, che ha prima scalfito, poi attaccato e infine demolito anche la grandeur dei transalpini, il loro orgoglio, la loro difficoltà nel riconoscere che qualcuno in casa loro può fare meglio di loro. Fatto, Nibali lo ha fatto e quando ha completato la parata agli Champs Élysées ha pure ringraziato: «Merci Tour, merci a tutti i francesi e merci a tout le monde».
Bravo Vincenzo, che ha commosso anche il presidente del Consiglio, Renzi, che si è spinto a dire: «La maglia gialla ha il profumo del sapore giusto». Bravo Vincenzo, che ha riacceso passione ed entusiasmo popolare, che ha fatto rivivere i giorni di Marco Pantani. Bravissimo Vincenzo, che ha riappiccicato la gente davanti alle tv, non solo aspettando i gol dei capricciosi protagonisti di quel che fu il gioco più bello del mondo, ma per assistere all’ultimo scatto, al sorpasso, all’allungo decisivo.
Quali e quante emozioni. E quanta gente comune sulle nostre strade si è rimessa in questi giorni in sella ad una bici, immaginandosi per un attimo anche loro Nibali. Ecco il miracolo, ecco il successo. andrea lodato la sicilia
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