Di certo il problema del traffico potrà essere risolto, ma la più grande ricchezza della Sicilia, il suo “capitale umano” sembra destinata a dissiparsi. La popolazione diminuisce, infatti, per effetto dell’emigrazione e della caduta delle nascite.
In base ai dati Svimez (l’associazione Sviluppo industriale del Mezzogiorno) il 64% dei cittadini meridionali – oltre due su tre – che nel 2011 hanno lasciato il Mezzogiorno per il Centro-Nord aveva un titolo di studio medio-alto, diploma o laurea. «Il Sud continua quindi a sostenere i costi del suo capitale umano qualificato, ma a impoverirsi esportandolo senza ritorno. E le rimesse di un tempo che i lavoratori meridionali al Nord mandavano al Sud oggi non ci sono più, anzi, pare che viaggino nella direzione opposta».
Un Sud, insomma, sempre più difficoltà e una Sicilia sempre più povera in cui il processo di desertificazione riguarda il paesaggio naturale e quello umano.
Già oggi il tasso di natalità è più basso di quello della mortalità, mentre l’incapacità di richiamare flussi migratori consistenti finirà per impoverire ulterioremente il tessuto sociale: e se la popolazione attiva diminuisce, il futuro sarà comunque meno prospero. la sicilia
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