L’intervista. Salvatore Bonaventura, esperto di agrumi, spiega come valorizzare le nostre “rosse”.
La cosa che, probabilmente, lo amareggia di più è dovere pensare, dire a se stesso e ridire agli altri che lui aveva anticipato più di dieci anni fa la questione delle arance colorate e artificialmente trasformate in rosse. Ma tant’è, facciamoglielo ripetere a Salvatore Bonaventura, industriale del settore agrumicolo ed esperto di questa materia.
Correva l’anno?
«Era il 2003 e in forum del Rotary dedicato proprio agli agrumi di Sicilia, dissi che se il succo rosso fosse diventato un best seller e avesse avuto successo oltre le nostre aspetative e oltre le nostre capacità produttive, avremmo corso il rischio che la nostra “comunità” avrebbe autorizzato l’aggiunta di colorati al succo biondo. Come volevasi, dunque, dimostrare».
Ma a Salvatore Bonaventura, forse, scoccia pure tornare ormai su questo ritornello. Guardiamo avanti. E qui lancia una stoccata dritta dritta contro chi sostiene che serve aumentare la quota di susso di arancia nelle aranciate.
«Solenne fesseria, sia chiaro. Perché di arancia siciliana, tanto per cominciare, nelle aranciate non c’è manco una goccia. E, tra l’altro, parlare di elevare dal 12 al 20 la percentuale non solo non risolverebbe il problema dei nostri produttori, ma sarebbe tecnicamente irrealizzabile. Perché a quel punto non saremmo più davanti ad una aranciata, ma tutto il succo la snaturerebbe trasformandola da aranciata in bevanda succo e polpa. Che è un’altra cosa».
Ma allora con tutte le nostre “rosse” che fare? Rinunciare? Arrendersi. No, dice Bonaventura, pensare in grande. Anzi, ripensare tutto in grande.
«Intanto bisogna considerare che di circa 60 milioni di tonnellate prodotte nel mondo di arance, quelle che si mangiano solo soltanto 5 milioni. Dunque concentrarsi sul succo, giusto. Ma, è questo il tema, con quale prodotto? Credo che sia ormai chiaro a tutti che per rilanciare davvero il comparto servirebbe cominciare ad immaginare produzioni di altissima qualità. Il succo è buono? Vendiamo quello, con bevande che a determinate condizioni di qualità, appunto, possono davvero invadere molti mercati. A quel punto, credetemi, non basterebbero più nemmeno le arance che produciamo. Dovremmo pensare in Sicilia a piantare altri aranceti».
Sembra facile, detta così. Invece? Invece ci vogliono una serie di volontà precise e di progetti seri.
«La politica dovrebbe capire per prima queste cose. Ah, se penso a quel che accadde negli Anni ‘70, quando la Regione Siciliana finanziò una campagna per decolorare le arance rosse. Follie tutte nostre. E poi anche i produttori dovrebbero fare la loro parte, tornando a coltivare il moro che è quasi scomparso, il sanguinello moscato, il doppio sanguinello. Ci vogliono idee chiare, conoscenze tecniche e coraggio. E davvero il nostro rosso potrebbe colorare il mondo».
Andrea Lodato La Sicilia
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