I manifestanti: «Vergogna». Giudici bloccati dalle divergenti opinioni tra gli esperti.
Tra circa un mese le antenne del sistema satellitare Muos di Niscemi, dove i lavori sono già ultimati, potrebbero cominciare a funzionare in modalità “prove tecniche”: dopo lotte e manifestazioni per fermare un’opera considerata da comitati cittadini ed esperti «nociva per la salute pubblica», nessuno è infatti riuscito a bloccarla.
Giovedì, alcune mamme No Muos hanno atteso sotto la pioggia la sentenza del Tar di Palermo che doveva pronunciarsi sui vari ricorsi presentati, tra cui quello del Comune di Niscemi. Nulla di fatto. Tutto rinviato alla fine dell’anno.
Il Tar ha infatti chiesto all’esperto Marcello D’Amore, professore emerito nella facoltà di Ingegneria e ordinario di Elettrotecnica all’università La Sapienza di Roma che in audizione alle commissioni riunite Sanità e Ambiente al Senato aveva definito il rapporto degli esperti americani «incredibilmente superficiale», di produrre ulteriore documentazione. A stoppare la decisione dei giudici amministrativi, dunque, sono state le divergenze di opinioni fra esperti: da una parte D’Amore e Massimo Zucchetti, dall’altra la valutazione dell’UsNavy e dell’Ispra, l’Istituto superiore italiano per la difesa dell’ambiente.
Una triste notizia per gli attivisti No Muos che si erano ritrovati a protestare anche a Roma in occasione della visita del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Hanno urlato «vergogna» mentre in sit-in, davanti la sede del Tar, è arrivata la notizia di rinvio a data da destinarsi.
All’esame dei giudici c’erano ben cinque ricorsi, tra i quali anche quello del Comune di Niscemi. Davanti a Palazzo Butera, sede del Tar, c’era anche il sindaco Francesco La Rosa: «Siamo delusi. Ci aspettavamo una sentenza positiva e invece dovremo ancora aspettare. Mi spiace constatare che le altre amministrazioni comunali del comprensorio dove sorge il Muos si sono tirate fuori dalla lotta».
Per l’avvocato Sebastiano Papandrea, legale del coordinamento regionale dei comitati No Muos, «il presidente della sezione ha detto che non è stata possibile la comparazione tra il rapporto del verificatore D’Amore e quello dell’Istituto superiore di sanità. Infatti il rapporto dell’Istituto di fatto dice che non è certo che il Muos sia un pericolo per la popolazione ma non lo esclude. Confidiamo comunque in una sentenza che accolga i ricorsi in autunno e nella mozione parlamentare pendente sull’incostituzionalità dell’iter di concessione delle autorizzazioni».
La protesta degli attivisti, quindi, non si ferma: sono annunciate nuove proteste e nuovi cortei. Per il 25 aprile è prevista una passeggiata attorno alla base di contrada Ulmo a Niscemi. Mentre il 26 si terrà una assemblea regionale degli attivisti dei comitati No Muos. Una scelta simbolica per dire no alla militarizzazione della Sicilia.
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