Venerdì pomeriggio nella Chiesta di San Gregorio VII di Roma, nella ricorrenza della XIX giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, intenso è stato l’intervento di Papa Francesco a chiusura della veglia di preghiera, promossa dalla fondazione Libera, con i parenti delle vittime delle mafie.
Un Papa Francesco serio, pacato con una forte profondità spirituale ed umana ha detto:
“Mi sento che oggi non posso finire senza dire una parola ai grandi assenti di oggi, ai protagonisti assenti di oggi, agli uomini e alle donne mafiose.
Per favore cambiate vita, convertitevi, fermatevi di fare il male. Convertitevi, c’è ancora tempo per non finire all’inferno.
L’inferno è quello che vi aspetta se continuate su questa strada. Voi avete avuto un papà e una mamma, pensate a loro, piangete un po’ e convertitevi.
Il potere, il denaro che voi avere adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all’altra vita.
Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza: che il senso di responsabilità piano piano vinca sulla corruzione in ogni parte del mondo e questo deve partire dalle coscienze e da lì risanare le relazioni, le scelte, il tessuto sociale così che la giustizia prenda il posto dell’iniquità”.
Il pontefice si rivolge direttamente ai carnefici, come anni fa, ad Agrigento nella valle dei Templi, aveva fatto Papa Giovanni Paolo II.
La Chiesa non può stare in silenzio e Papa Bergoglio non ha esitato condividendo il dolore dei parenti delle vittime delle mafie e dettando parole di speranza e di conversione per i loro carnefici.