L’abolizione delle Province siciliane è legge. L’ARS, con voto finale (62 favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti), ha approvato ieri sera la soppressione delle nove Province regionali.
I (nove) Liberi consorzi dei comuni prenderanno il loro posto e ci sarà la possibilità di crearne di nuovi entro sei mesi, purchè i comuni raggruppino almeno una popolazione di 180 mila abitanti e quelli coincidenti con gli enti soppressi non abbiano una popolazione inferiore a 150 abitanti.
Gli organismi dei Liberi consorzi saranno eletti non dal popolo ma dalle assemblee dei consorzi.
Altra novità è la creazione delle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina, la cui elezione degli organismi sarà disciplinata con una successiva legge che il governo Crocetta porterà in aula il prossimo autunno. Rinviati alla prossima legge anche i compiti e le funzioni dei Liberi Consorzi. Il disegno di legge è stato approvato dalla maggioranza e dal gruppo parlamentare dei 5stelle. Contrari i gruppi di opposizione.
Ad appoggiare la riforma, con voto favorevole, anche il Movimento cinque stelle. Si astiene invece il Partito dei siciliani. Il capogruppo Pd Gucciardi: “Saremo il punto di riferimento per il resto d’Italia”. Le opposizioni: “Solo una legge-spot”.
“Ringrazio il parlamento, – ha commentato a caldo il presidente Crocetta – anche per la maggioranza ampia che ha votato a favore, per un voto che segna un vero cambiamento per la Sicilia. Questo non è un ddl normale, ma che cambia l’assetto istituzionale della Sicilia, cancellando enti intermedi inutili re la duplicazione di funzioni. Certamente, questo è solo l’inizio”.
M5S: “L’idea dello stop entrata nel Palazzo assieme a noi”
“L’idea dell’abolizione delle Province, come quella della riduzione dei costi della politica – affermano i deputati del Movimento 5 Stelle – è entrata nel Palazzo assieme a noi. Prima, qui dentro e poi in ambito nazionale, certi temi erano tabù e mai avrebbero avuto diritto di cittadinanza nelle stanze del potere, dove finora si è sempre pensato alla coltivazione estensiva del proprio orticello”.
Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars: “Da ora non si parla più di Province”.
Critiche le opposizioni.
Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia: “Questa legge non solo non comporterà alcun risparmio, ne’ ottimizzerà alcun servizio, ma aggraverà costi e oneri a carico degli enti locali, ma soprattutto dei cittadini siciliani. E’ una norma che serve a Crocetta per mettersi una stelletta mediatica, serve ai gruppi di maggioranza per portare all’incasso le richieste da tempo avanzate al presidente della Regione, serve ai grillini per convincersi di esercitare una funzione utile all’interno della Istituzione siciliana. Purtroppo, i siciliani, nel prossimo futuro si renderanno conto delle gravi e negative ricadute di questa legge che li priva del diritto di democrazia e regala loro solo un mostricciattolo normativo”.
Santi Formica, capogruppo della Lista Musumeci: “Con l’approvazione della cosiddetta legge di riforma delle Province, si è consumata una delle pagine più buie della storia del Parlamento siciliano. Dopo una gestazione di quasi nove mesi e con continue “minacce di aborto”, – dice Musumeci – si è assistito prima in commissione e, successivamente, in Aula a un festival di contraddizioni, dove emerge con chiarezza l’unico intento del presidente Crocetta, e cioè approvare una legge qualsiasi pur di poter dichiarare da “Giletti”: “ho fatto la riforma”.
Sicilia Notizie Cronaca Attualità News Politica Economia Lavoro Enogastronomia Sport Viaggi