Il caso ha voluto che il primo incontro tra il neo-segretario regionale del Pd, Raciti, e il gruppo parlamentare all’Ars avvenisse alla vigilia di una delicata e, forse, decisiva seduta dell’Assemblea che oggi dovrebbe completare l’approvazione dell’articolato del disegno di legge che abolisce le Province e istituisce i Liberi consorzi comunali.
Restano in ballo le Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina: bocciato il relativo comma dell’art. 1 del provvedimento, restano comunque previste dall’art. 7. Finora, sono stati approvati quattro articoli del ddl che ha visto il governo battuto quattro volte a causa dei franchi tiratori tra i quali si anniderebbero anche alcuni deputati del Pd.
«Sulle Province – ha detto Raciti – registro tensioni multiple, ma questo non riguarda solo il Pd. E’ necessario costruire una larga condivisione attorno ad aspetti importanti della riforma. Non è invocando la disciplina, infatti, che si supera il problema». Per questo motivo, Raciti ha colto al volo la disponibilità del Ncd di sostenere la riforma, in particolare sulle competenze e sulle Città metropolitane.
Su questo punto, il segretario del Pd ha chiarito che «non ci sono tavoli romani oscuri e sono contrario a interventi di Roma su questioni che riguardano la Sicilia. Dialogo con Ncd, ma lo faccio con il segretario siciliano, Castiglione, e non per preparare la costruzione di una coalizione. L’obiettivo è una larga condivisione delle grandi riforme che l’Ars dovrà varare, oltre a quella delle Province. E, comunque, tutto va verificato in Aula».
Ma i temi trattati sono stati diversi: a cominciare dai rapporti tra partito e gruppo parlamentare. «Io voglio costruire un Pd più forte e più unito – ha continuato Raciti -. Con il gruppo parlamentare dovrà esserci una stretta sinergia». Subito dopo l’approvazione della riforma delle Province, è previsto un incontro con il presidente della Regione, Crocetta, insieme con tutte le forze della maggioranza, per avviare una nuova fase di rilancio dell’attività di governo che non significa un immediato rimpasto di Giunta, anche se il passaggio sembra ineludibile.
«Il nodo è la capacità del governo d’impostare un’azione che metta tutti attorno a un tavolo per superare alcune tensioni – ha sottolineato Raciti -. E’ necessario che i soggetti politici recuperino protagonismo. Occorre un nuovo “patto per il governo” e il Pd deve essere il tramite per la condivisione delle scelte con i siciliani».
All’incontro con Raciti, non erano presenti i tre deputati catanesi del Pd: Raia, Barbagallo e Vullo che hanno partecipato alle cerimonie organizzate in onore del presidente della Repubblica, Napolitano. L’ex-segretario, Lupo, e Rinaldi, invece, erano assenti per impegni assunti precedentemente. «Nessun motivo politico», ha detto il capogruppo all’Ars, Gucciardi, giudicando «molto positivo l’incontro» con Raciti «che ha invitato il gruppo a votare compatto i provvedimenti del governo».
Gli effetti si dovrebbero cominciare a vedere fin da oggi pomeriggio, quando l’Ars riprenderà l’esame del contrastato disegno di legge sulla riforma delle Province. Il governo, a causa del voto segreto chiesto dall’opposizione su quasi ogni emendamento e sub-emendamento, è stato già battuto. Però, ha avuto la meglio sull’emendamento che voleva introdurre l’elezione diretta dei presidenti dei Liberi consorzi comunali. Gli organi amministrativi, dunque, saranno nominati con elezioni di secondo tipo dall’assemblea dei sindaci che fanno parte del Consorzio. La prova del fuoco per la maggioranza sarà il voto sull’art. 7 che prevede l’istituzione delle Città metropolitane. In caso contrario, si perderanno gli appositi finanziamenti previsti dall’Ue.
L. M. lasicilia
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