Metà imperdibile per gli escursionisti, quattro dei ponti che si trovano lungo la valle del Simeto.
PONTE ROMANO DI PIETRALUNGA. Per la statale 121, oltrepassata la cittadina di Paternò, prima della stazione ferroviaria di Schettino si svolta a sinistra; dopo 2 km, ancora a destra sino alle pendici di Monte Castellaccio: quivi si incontra il fiume e percorrendo l’argine destro, si trovano i resti del Ponte romano di Pietralunga, di cui si ammira un pilone ribaltato dalla furia delle acque e parte delle arcate che sostenevano la carreggiata.
PONTE DEI SARACENI. Partendo da Paternò e percorrendo la Ss 121 per Regalbuto, nei pressi di Adrano, si prende la Sp per Bronte, nei pressi del Mendolito si devia per una strada di campagna che porta, dopo qualche chilometro, al fiume e quindi al Ponte dei Saraceni. La parte bassa del ponte testimonia l’architettura romana mentre il resto è di matrice saracena. La lava dell’Etna incisa dalle acque del fiume ha dato vita all’ingrottato lavico sottostante. Risalendo per qualche centinaio di metri il fiume camminando sul basaltolavico, si raggiunge la zona del «Salto del pecoraio» dove le acque si incuneano e attraversano la roccia.
PONTE NORMANNO. Ritornando dal Ponte dei Saraceni sulla provinciale e proseguendo per Bronte, a circa 15 km, si imbocca a sinistra la Sp 17 III. In località Serravalle si incontra il Ponte medievale, forse normanno, sul fiume Troina, affluente del Simeto.
PONTE-ACQUEDOTTO BISCARI. Lasciato il Ponte dei Saraceni, andando in direzione Paternò, si segue la Sp fino al Ponte Maccarrone, dove si prosegue in direzione Troina. L’acquedotto, sul Simeto, venne costruito nel XVIII secolo dal principe Ignazio Paternò-Castello per irrigare, con le acque provenienti dalle favare di S. Domenica, i suoi possedimenti. L’acquedotto corre su arcate per 500 metri e solo gli archi laterali sono originali.
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