Gli italiani sono sempre più poveri.
Lo rileva l’ultimo Report dell’Istat, nel quale si evince che nel 2012 il reddito delle famiglie diminuisce, rispetto all’anno precedente, in tutte le regioni italiane dello 1,9%. Il reddito pro-capite più elevato risulta essere quello di Bolzano, pari a circa 22mila euro. Secondo posto per la Valle D’Aosta, seguita dall’Emilia Romagna.
Gli ultimi posti spettano alle regioni di Campania, Sicilia e Calabria, i cui redditi si aggirano intorno ai 12mila euro, quasi doppiati da quelli del Nord.
Intanto arrivano anche i dati Confcommercio, che prevedono che nel triennio 2014-2016 le tasse saranno triplicate, con un aumento di imposizione previsto dalla versione finale della Legge di Stabilità di oltre 4,6 miliardi. Di contro le famiglie sono sempre più povere, conferma anche Confcommercio, (persi 18 mila euro a testa di ricchezza) e i consumi fermi (-4,2% nel 2012).
Andando ad analizzare il report Istat, si vede che la crisi nel 2012 ha soprattutto colpito le regioni settentrionali, ma il divario tra Nord e Sud del Paese resta ancora molto ampio e tutto a sfavore delle regioni meridionali.
Secondo l’Istat, nel confronto con la media nazionale, il Mezzogiorno segna la flessione più contenuta di reddito pro capite (-1,6%), seguito dal Nord-Est (-1,8%). Il calo maggiore si è registrato al Nord-Ovest e Centro (-2%). I dati dell’Istat sono “troppo ottimistici” secondo Federconsumatori.
Ad avere il primato per reddito pro capite è la provincia autonoma di Bolzano, con circa 22.400 euro. Seguono Valle d’Aosta (poco al di sotto dei 21.800 euro) ed Emilia Romagna (circa 21.000 euro). Le regioni con le riduzioni più marcate sono Valle d’Aosta e Liguria (-2,8% in entrambe). Le ultime tre posizioni sono invece occupate da Campania (sotto i 12.300 euro), Sicilia (attorno ai 12.700 euro) e Calabria (circa 12.900 euro). Tra la prima e l’ultima classificata c’è una differenza di quasi il 100 per cento. Secondo l’Istat, la caduta registrata nel 2012 è la seconda dopo quella, ancora più forte, segnata nel 2009: “L’economia italiana nell’ultimo quadriennio ha attraversato una fase di crisi che ha avuto effetti negativi anche sull’andamento del reddito disponibile delle famiglie”; “il valore nominale del reddito disponibile nel 2012 è risultato di poco di superiore a quello del 2009 (+1%), ma le difficoltà non hanno colpito le regioni con la stessa intensità”.
Al Sud si trovano le regioni dove il reddito disponibile è risultato inferiore a quello del 2009, dunque il Mezzogiorno è di gran lunga più “povero” rispetto alla media italiana. È sempre l’Istat a certificarlo, che rileva come le famiglie residenti nel Nord godano del “livello più elevato di reddito disponibile per abitante”, con valori quasi identici per Nord-Ovest e Nord-Est (poco sopra 20.300 euro) e “significativamente superiori” alla media nazionale (circa 18.000). Nel Centro il valore è attorno ai 18.700 euro, mentre risulta “molto più basso” nel Mezzogiorno (circa 13.200), “con un differenziale negativo – spiega l’Istat – del 35,2% rispetto a quello del Nord e del 24,9% rispetto alla media nazionale”, ovvero di un quarto. “Per quanto allarmanti, giudichiamo addirittura ottimistici i dati sul reddito disponibile delle famiglie nel 2012 diffusi oggi dall’Istat”.
Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori il calo è stato del -3,6%. Una contrazione che ha trascinato in ribasso anche i consumi: -4,7% nel 2012, -3,4% nel 2013 e si prevede nel 2014 un’ulteriore frenata del -1,1%. I redditi da lavoro dipendente sono la componente più rilevante nella formazione del reddito disponibile delle famiglie (con un’incidenza superiore al 50% in tutte le regioni). Nel 2012, su base nazionale, il livello di tale aggregato è rimasto invariato rispetto al 2011, nonostante un calo generalizzato dell’occupazione dipendente (-1,2%). La variazione rispetto all’anno precedente è stata positiva solo nel Nord-Ovest (+0,2%), lievemente negativa nel Nord-Est (-0,2%). Invariati i dati nel Mezzogiorno.
Arianna Augero La Sicilia
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