Mentre l’Italia sprofonda di più a causa di questa crisi che non accenna a lasciarci, c’è invece chi se la passa veramente bene. Stiamo parlando dei manager dello Stato, che possono vantare cifre da capogiro ed occupare varie poltrone.
Il caso Mastropasqua (che si è dimesso dopo un’inchiesta della magistratura) ha aperto uno scenario incredibile che ora il governo cerca di porre rimedio, dicendo basta ai doppi incarichi.
Moglie e marito hanno in tutto, 45 cariche. È un record assoluto quello della famiglia Mastopascqua. Lui Antonio, presidente dell’Inps, con uno stipendio di 1 milione e 46 mila euro, ha nove incarichi tra Inps, Equitalia e Autostrade, ma ne avuti 25 considerando anche il passato, Lei, Maria Giovanna Basile, è presente in venti collegi di sindaci: dalla Rai alla controllata Aci, alla municipalizzata romana Acea. Una coppia coperta di oro, che vive a Roma ai Parioli, e che dal 2004 ha fatto il pieno nelle poltrone del potere della politica.
Ora scatta la corsa alle 501 poltrone dei manager di Stato che fanno capo al ministero del Tesoro dalle Poste Italiane all’Enav. Sono 76 le società, interessate dalla tornata delle nomine pubbliche che nel 2014: 501 le poltrone da distribuire tra amministratori (222) e sindaci (279). Una vera corsa alla poltrona d’oro.
Il tesoro ha pubblicato, entro i termini di legge, la lista delle società coinvolte, a partire dalle 14 direttamente partecipate dal Tesoro di cui verrà rinnovato il consiglio di amministrazione: Arcus (società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo), Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici), Enav (la società dell’assistenza di volo, di cui è stato avviato il processo di privatizazzione), Enel, Eni, Finmeccanica, Istituto Luce, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Italia Lavoro, Poste, Rete Autostrade Mediterranee e altre società indirettamente partecipate attraverso una decina di gruppi.
Sul sito del ministero sono apparse anche le griglie degli stipendi dagli amministratori la cui carica è da rinnovare quest’anno: Massimo Sirmi, Poste Italiane 2.201.820,20 euro all’anno; Maurizio Prato, Istituto Poligrafico dello Stato 601.370 euro; Massimo Garbini, Enav 502.820, Mauro Moretti, ad di Ferrovie è arrivato a 874 mila circa, Vincenzo Assenza della Sogesi 326.000, mentre a Paolo Reboani di Italia Lavoro ci sono 241.000.
Nella normativa non c’è un limite ai mandati degli amministratori e nemmeno un tetto anagrafico, né il divieto ai politici non più in carica di essere nominati (limite che invece esiste per quelli attualmente in carica, e per coloro che possono incorrere in conflitti di interessi ricoprendo magari ruoli in società concorrenti). Tra le cause di ineleggibilità ci sono fatti giudiziari come la sentenza di condanna ancorché non definitiva, ma anche un semplice rinvio a giudizio per reati patrimoniali, finanziari o contro la pubblica amministrazione.
Giancarlo Cologgi La Sicilia
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