Con l’inizio del nuovo anno stanno continuando senza sosta gli sbarchi di immigrati.
L’operazione denominata Mare nostrum sta sortendo i suoi effetti e le imbarcazioni cariche di immigrati dirette verso le nostre coste vengono intercettate e soccorse in tempi record. Il raggio di azione che vede impegnate nei salvataggi le unità navali della Marina militare e della Capitaneria copre per oltre 90 miglia tutto il tratto di mare che intercorre fra le nostre coste e quelle dei paesi rivieraschi. Oltre alle unità navali, a svolgere il servizio di sorveglianza in mare ci sono anche gli elicotteri: uno di questi, l’EH101 della nave anfibia San Marco della Marina Militare ha individuato ieri, a circa 90 miglia a sud di Lampedusa il secondo barcone delle ultime 48 ore, con a bordo circa 200 immigrati che sono stati raggiunti e tratti in salvo. Solo due giorni fa erano salvate 236 persone: fra queste, 30 donne – due delle quali in stato interessante – e 39 minori. Gli immigrati provengono da Siria, Senegal, Gambia, Guinea, Ghana e Costa D’Avorio. La nave Libra ormeggerà nel porto di Augusta questa mattina. Intanto, sulla più grande delle Pelagie si attende con una certa curiosità ed apprensione l’epilogo della gestione del centro di accoglienza di contrada Imbriacola. Nei giorni scorsi, si è fatto avanti per gestire il centro il corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom). La disponibilità ad assumere l’incarico è stata comunicata dal presidente della Cisom, Narciso Salvo di Pietraganzili, con una lettera indirizzata al prefetto di Agrigento. «Già dal 2008 – ha precisato il presidente – gli uomini del Cisom collaborano con le nostre forze dell’ordine impegnate nelle attività di soccorso in mare nel canale di Sicilia e sono presenti a Lampedusa con uomini e mezzi professionalmente molto preparati». Il ministero degli Interni, intanto, ha confermato la volontà di disdire il contratto alla società Lampedusa accoglienza. Potrebbe essere una soluzione, in attesa di un altro gestore, fare in modo che sia lo stesso Comune di Lampedusa a svolgere le mansioni legate alla gestione del centro. Se l’esperimento funzionasse bene, potrebbe essere poi dato in gestione per sempre al Comune. L’elevata esperienza accumulata nel corso degli anni dall’ente e dal suo personale, infatti, potrebbe essere un’àncora di salvezza per le stesse istituzioni che potrebbero così gestire l’emergenza, avendo nel contempo delle garanzie che sono facilmente deducibili. Inoltre, il Comune di Lampedusa ha tutte le professionalità necessarie per potere gestire il centro. Ma anche l’aspetto sanitario per garantire la salute degli immigrati non sarebbe un grosso problema, dal momento che già i medici ed i paramedici del poliambulatorio lavorano alacremente e da sempre per gli immigrati che arrivano sulla più grande delle Pelagie. Il direttore del poliambulatorio, infatti, è sempre presente con il suo staff al molo Favaloro, all’arrivo dei barconi carichi di persone.
Elio Desiderio lasicilia
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