La disponibilità al dialogo con il Ncd di Alfano, lanciata dal sottosegretario all’Agricoltura, Castiglione, laicamente raccolta dal presidente della Regione, Crocetta, ha fatto storcere il muso a destra e a sinistra.
Non è piaciuta a esponenti del Pd, come il segretario regionale, Lupo, e il presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, Cracolici; così come al neo-forzista, Romano. Crocetta, da parte sua, ha ribadito ciò che ha sempre detto: dialogo istituzionale con tutte le forze politiche, comprese quelle di opposizione, ma senza fare della Giunta regionale merce di scambio.
«Francamente – ha detto Lupo – quest’apertura non la condivido. Non capisco che cosa c’entri. Il presidente della Regione mescola questioni istituzionali con problemi di maggioranza politica. Non si può confondere la situazione regionale con quella nazionale. Il centrosinistra in Sicilia ha vinto le elezioni e ha il dovere di governare: ovviamente, confrontandosi con tutti».
Secondo Cracolici, «è già un fatto importante la rottura di Alfano con Berlusconi. Però, ci si allea quando ci sono le elezioni. In Sicilia non c’è bisogno di ricorrere alla logica delle “larghe intese”, essendo il presidente eletto direttamente dal popolo. Anch’io, come Crocetta, guardo con attenzione a ciò che accade nello scenario politico. E’ importante che la destra si disarticoli, ma sempre destra rimane».
Anche Romano, confluito col suo Cantiere popolare in Forza Italia, ha pungolato il presidente della Regione: «L’eventuale sostegno di Ncd al governo Crocetta darebbe la misura della prospettiva politica di chi si candida stabilmente a essere parte del centrosinistra siciliano. In questo caso, il perimetro del centrodestra verrà ridefinito e sarà paradossale escludere una formazione che ne porta il nome». Immediata la replica di Crocetta: «Chi se ne frega di Romano, chi vorrebbe mai il suo appoggio, non è stato invitato».
Il presidente della Regione, per porre fine alla ridda di polemiche, ha poi spiegato: «Il mio modello rimane il “modello Sicilia” e non il “modello Letta”. Quando io ho parlato di aperture istituzionali larghe, non parlavo né di Giunta e neppure di assessorati. E’ un modello al quale ho pensato, come ho sempre ostinatamente detto, fin dall’inizio, che prevede un confronto sulle grandi riforme che devono cambiare la Sicilia».
Un progetto ambizioso che, come ha ammesso lo stesso Crocetta, «fino a oggi non è stato possibile avviare perché le forze di opposizione hanno operato a correnti alternate. Il fatto, però, che dal centrodestra si possa staccare un’area moderata, aperta al confronto, così come mi è sembrato di cogliere dalla prime dichiarazioni, indubbiamente porterà il governo e la coalizione di centrosinistra a costruire percorsi di confronto più serrati sul piano istituzionale. D’altra parte, quella stessa area ha dichiarato di non puntare né a rimpasti né ad assessorati, per cui mi sembra inutile creare un dibattito del genere su questioni che non sono nell’agenda del governo. Il confronto istituzionale è corretto farlo e su atti concreti».
Se collaborazione istituzionale potrà esserci tra Ncd e Crocetta si potrà verificare nei prossimi giorni quando all’Ars comincerà l’esame dei disegni di legge sulla riforma degli enti locali, ma ancora di più sui contenuti di Bilancio e finanziaria che la Giunta dovrebbe varare nei prossimi giorni.
L. M.
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