Alfano: “I ministri del Pdl lasciano il Governo”.
Berlusconi: “Non saremo complici di odiosa vessazione imposta da sinistra a italiani”.
Letta telefona a Napolitano: ora chiarimento alla luce del sole davanti al paese. Governo, Letta: “Basta aut aut, chiarimento davanti alle Camere”. Decadenza, Berlusconi: “Non sarò in giunta, il copione è già scritto”. Pdl minaccia dimissioni di massa(FAC SIMILE). Tensione in Cdm, salta ‘manovrina’. 4 ottobre Pdl in piazza.
“I ministri del Pdl rassegnano le proprie dimissioni”. Angelino Alfano, vicepremier e ministro dell’Interno, a nome dell’intera delegazione del Pdl al governo dà intorno alle 18 l’annuncio che di fatto apre la crisi di governo. Le parole di Alfano arrivano poco dopo la dichiarazione diffusa nel tardo pomeriggio da Berlusconi, con l’invito del Cavaliere ai ministri del partito a “valutare l’opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani”.
Poco dopo gli stessi ministri confermano il passo indietro: “A seguito dell’invito del presidente Berlusconi a dimetterci dal governo per le conclusioni alle quali il consiglio dei ministri di ieri è giunto sui temi della giustizia e del fisco, non riteniamo vi siano più le condizioni per restare nell’esecutivo dove abbiamo fin qui lavorato nell’interesse del Paese e nel rispetto del programma del Popolo della Liberta”‘. E’ quanto dichiarano in una nota congiunta Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzi, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello, componenti della delegazione del Pdl al governo. “Rassegniamo le nostre dimissioni anche al fine di consentire, sin dai prossimi giorni, un più schietto confronto e una più chiara assunzione di responsabilità”, concludono i ministri del Pdl.
Il Cavaliere, dopo un vero e proprio consiglio di guerra con i fedelissimi e gli amici di sempre (da Fedele Confalonieri a Ennio Doris a Gianni Letta) ha deciso il ‘grande passo’. Già da tempo avevano deciso di togliermi di mezzo, sono sempre stato responsabile ma stavolta non mi presterò ai loro giochetti, così non si poteva andare avanti, avrebbe detto ai suoi il Cav. Non passeremo per quelli che mettono le mani nelle tasche degli italiani, avrebbe spiegato. Prima la decisione di annunciare che non si presterà alla “sceneggiata” della giunta per le elezioni del Senato, dove, sostiene nella memoria difensiva depositata oggi, “il copione p gia’ scritto”. E poi la scelta di passare al contrattacco, staccando di fatto la spina al governo Letta. Nel pomeriggio il Rubicone ormai è varcato con l’annuncio del ritiro della delegazione pidiellina al governo e l’accusa rivolta a Pd e premier di aver violato i patti sull’Iva.
La sinistra pensa di scaricarci la colpa di aver aumentato l’Iva e di aver rinviato l’Imu, questo e’ inaccettabile per noi, avrebbe detto l’ex premier. E ancora: abbiamo tentato di accelerare i tempi e di arrivare all’approvazione dell’Iva prima della fiducia, anticipando a lunedi’ il dibattito parlamentare, ma loro, da veri irresponsabili, non hanno voluto. Spieghero’ agli italiani cosa e’ successo. Berlusconi, raccontano, e’ pronto ad ogni evenienza e avrebbe mobilitato il partito come ai vecchi tempi. E’ stata confermata per il 4 ottobre la manifestazione in piazza Farnese e altre iniziative sono in cantiere. “Dopo il ritiro dei ministri, ho trovato Berlusconi determinato e sollevato per la decisione presa”, confida un ex ministro azzurro.
Grillo e Casaleggio, no accordi, andiamo al voto col Porcellum.
No ad accordi e nessuna fiducia. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, in contatto continuo in queste ore, tracciano la linea del Movimento. E ribadiscono il loro no alla riforma del Porcellum “per evitare un super-Porcellum”. In sintesi, “no a fregature studiate apposta per metterci fuori gioco”. A quanto apprende l’Adnkronos, il leader e il guru del M5S non sono sorpresi dall’accelerazione della crisi di governo. “Vedrete, dureranno poco”, ripeteva Grillo ai suoi in questi giorni.
Poi la mossa di Berlusconi e i ministri del Pdl che rassegnano in blocco le dimissioni. Ai vertici dei 5 Stelle c’e’ tuttavia la convinzione che non si tornera’ alle urne da qui a breve. Troveranno il modo per vivacchiare, si dicono convinti Grillo e Casaleggio, perche’ se tornassimo alle urne il M5S trionferebbe e loro non possono permettere che la presidenza del semestre europeo sia affidata ai 5 Stelle.
Intanto al Senato lunedi’ pomeriggio ci sara’ una riunione che si preannuncia di fuoco. Stando ai rumors, sarebbero infatti ben 14 i senatori grillini pronti a lasciarsi alle spalle il Movimento e appoggiare un governo di scopo. O ad aprire il dialogo con il Pd, tassativamente vietato dallo Statuto del Movimento.
Marina Berlusconi, Paese vive crisi molto importante.
“Il Paese sta vivendo una crisi molto importante”. Cosi’ Marina Berlusconi, primogenita di Silvio Berlusconi, interviene dal teatro Alla Scala di Milano dove questa sera sta assistendo al gala’ per il bicentenario della scuola di ballo dell’accademia milanese.
Monti, il Paese merita responsabilita’ e lungimiranza
“Il 6 dicembre 2012 il governo adotto’ il Decreto Legislativo sull’incandidabilita’ e decadenza (nell’ambito della Legge cosiddetta Severino). Il giorno seguente, alla Camera, il Pdl ritiro’ la fiducia al governo. Allora, come oggi, il retroterra era costituito da problemi sulla giustizia, ma le motivazioni addotte riguardavano il tema delle tasse, di sicuro richiamo propagandistico. In piu’, questa volta, l’appoggio al governo viene tolto al di fuori del parlamento e con l'”ordine” di dimettersi a membri dell’esecutivo nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio”. Lo sottolinea il Presidente di Scelta Civica Mario Monti.
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