La domanda sorge spontanea. Ma era il caso di esonerarlo? Ed ancora quanto durerà lo «sposalizio» con Beppe Iachini?
C’è chi se lo aspettava. Altri, invece, si chiedono ancora il perché di alcune scelte. I tifosi rosanero commentano l’ennesimo cambio di panchina quasi con rassegnazione. Beppe Iachini, che in maglia rosanero ha scritto pagine importanti a metà degli anni ‘90, è il successore di Gennaro Gattuso, che è durato appena sei partite di campionato ed otto in totale.
Il pubblico è contento per l’arrivo di Iachini ma fa sempre i conti con un esonero troppo fresco ed un addio a Gattuso da metabolizzare.
Per tanti, «Ringhio» è stata una meteora che però pur avendo avuto i suoi limiti non ha colpe specifiche per il momento no del Palermo.
«Troppo inesperto – sottolinea Francesco – non poteva fare molto Gattuso. E’ stato un buonissimo calciatore ma allenare è un’altra cosa e lui deve ancora farsi le ossa. Non lo reputo responsabile, però, del momentaccio del Palermo. Bisogna sempre capire che si tratta di una squadra nuova che deve abituarsi alla B. Gattuso è stato sfortunato». Anche Francesco Lipari, impiegato è convinto che il coach calabrese paghi tutto il conto.
«Non è colpa sua se il Palermo va male – dice – o meglio, non tutte le colpe sono sue. La squadra non ha un gioco ed evidentemente neppure lui ha aveva idee ma non mi sento di affibbiargli colpe che non ha. Se la difesa sbaglia il passaggio e serve l’attaccante avversario penso che lui centri poco così come se un cross deviato va a finire in rete».
Adesso però, è iniziata come molti già hanno ribattezzato nelle ultime ore, l’era Iachini. E già è iniziato il toto-durata. I più ironici dicono che non durerà molto. Altri, invece, sono convinti che proprio Iachini sarebbe stato l’uomo giusto fin dall’inizio.
«Il Palermo doveva iniziare la stagione con lui – osserva Ettore Varretto, impiegato – e penso che avrebbe avuto maggiori risultati. Anche Iachini ha molto carattere ma ha molta più esperienza da tecnico rispetto a Gattuso a cui però auguro migliori fortune». E se per tanti il cambio e l’uomo sono opportuni, altri pensano che le tempistiche potevano essere diverse. «Cambiare allenatore alla vigilia di una partita in casa (con la Juve Stabia, ndr) e dopo due sconfitte di fila – aggiunge Michele Alario, operaio – non mi sembra una gran mossa. Certo, forse non sarebbe cambiato molto ma chissà».
Sicilia Notizie Cronaca Attualità News Politica Economia Lavoro Enogastronomia Sport Viaggi