Tutti renziani. «Appoggio Cuperlo contro gli opportunisti dell’ultima ora».
Dovrebbe essere questa la settimana che potrebbe portare al rimpasto della Giunta regionale. Ma Antonello Cracolici, capo in Sicilia della corrente RifyPd, non nasconde il suo scetticismo: «Dopo le ultime dichiarazioni del presidente della Regione, Crocetta, ho l’impressione che, più che a un rimpasto, pensi ad alimentare l’anti-politica. Un paradosso perché concepito da un politico».
Crocetta è sempre stato restìo alle insistenti richieste di aprire le porte del governo ai politici.
«Mi sembra una grande ipocrisia. Il governo ha bisogno di aprire una nuova fase; serve un rafforzamento politico. Crocetta ha una maggioranza che lo sostiene: i partiti e le correnti dei partiti gli hanno fornito degli assessori. Secondo alcuni di noi, che glielo abbiamo detto chiaramente, il governo non può andare avanti in questo modo. Oggi avrebbe dovuto farci sapere quando ci saremmo incontrati, ma la risposta l’ha già data. Sia chiaro che io non sono tra quelli che impazziscono per fare l’assessore. Ho altre aspirazioni e, intanto, c’è il congresso».
C’è la corsa a sostenere Renzi anche in Sicilia.
«Tutti questi opportunisti fanno scattare in me la voglia di andare controcorrente. Sono abituato alle battaglie difficili: sostengo Cuperlo perché lo riconosco capace e di sinistra e anch’io lo sono. Il Pd deve diventare un grande partito della sinistra italiana ed europea che si batta contro il pareggio di Bilancio e non si faccia dettare la politica economica dai banchieri europei».
Con Renzi, difficilmente il Pd sarà di sinistra.
«Il problema è che visione si ha della politica. Cuperlo ha una visione della società che condivido, pur sapendo che è una battaglia difficile. Domenica lo presenterò a Palermo, vedremo se ci saranno altre componenti a sostenerlo. Credo che ci sarà anche qualcuno della corrente di Franceschini».
Di qui alla fine dell’anno, però, oltre che con il congresso del Pd, la politica regionale deve fare i conti con il Bilancio e la finanziaria. Sarebbe deleterio ricorrere all’ennesimo esercizio provvisorio.
«Io tifo perché Bilancio e finanziaria si approvino entro l’anno. Tutto ciò si fa con la collaborazione, ma vedo il rischio di uno sfilacciamento dopo nove mesi di effettivo affaticamento. Dalle stesse cose che dice Crocetta ci sarebbero assessori che non seguono la linea del governo. Ecco perché il rilancio di questa esperienza ha bisogno di un supporto politico, con politici. Certo, non possiamo aspettare la fine dell’anno per sapere se abbiamo fatto il salto di qualità. Il salto di qualità va fatto immediatamente perché le questioni da affrontare, oltre a quelle finanziarie, sono davvero scottanti. Il destino del precariato può diventare in Sicilia un grave problema di ordine pubblico. Si tratta di persone che hanno almeno 45 anni. Pensare che questa questione possa risolta con una “normetta” nazionale, sarebbe un errore. Né possiamo pensare di sgravarci dei precari facendoli assumere dalle imprese private che non prendono neanche i giovani. Eppoi, occorre un piano regionale dell’energia perché non è possibile che siano i Tar a decidere, senza dimenticarci dei rifiuti. Soprattutto, non sento parlare di sviluppo economico e sociale».
C’è una forte interlocuzione tra governo e Confindustria-Sicilia.
«Non possiamo pensare di affidare tutto a Confindustria. Non mi sembra che ci sia in Sicilia questa grande presenza d’industriali. Ci sono anche grandi altre organizzazioni come quelle del commercio e dell’artigianato. Riconosco che la battaglia di legalità di Confindustria va sostenuta. Ma qualche volta ho la sensazione che viene tenuto più in conto ciò che dice Confindustria che non ciò che sostengono i partiti. Sono contrario alle derive populiste alle quali mi opporrò. A qualsiasi costo».
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