La mozione a favore del governo messa a punto dal lettiano di ferro, Boccia, in vista del congresso continua a far discutere il Pd già alle prese con un nuovo scontro interno. Quello sulla legge elettorale. Un nodo che i renziani chiedono di sciogliere in una direzione del partito da convocare già ai primi di settembre.
Non sono solo Pdl e Pd a essere in rotta di collisione sulle modifiche da apportare al Porcellum. Lunedì Giachetti ha puntato il dito contro Finocchiaro accusandola di aver “scippato” alla Camera il dibattito sulla legge elettorale con “un finto incardinamento al Senato prima della pausa estiva. Una furbata dal sapore vecchio, consociativo”, scrive su Facebook.
«La scelta – continua Giachetti – può apparire un fatto marginale e, invece, vedrete che avrà un peso non indifferente sul piano politico perché partire dal Senato (dove, com’è noto, i numeri del Pd sono ben diversi dalla Camera) significa inevitabilmente condizionare la riforma-ponte all’accordo col Pdl e, quindi, portare il Pd in modo surrettizio verso la modifica del Porcellum in luogo della sua cancellazione». Quindi, si rivolge al segretario, Epifani, chiedendogli di convocare una direzione in cui il Pd decida e voti la sua linea sulla legge elettorale così da evitare una «furbata mascherata».
Altro motivo di dibattito, il documento con cui Boccia chiede al Pd «di avere il coraggio di riconoscersi nell’impegno di Letta e di assumersi la responsabilità politica di governarlo». Una mozione mirata a blindare le larghe intese dalle ripercussioni di un congresso senza sconti e dalle ambizioni di Renzi. Se il governo tiene ancora qualche mese, la mina Renzi potrebbe essere disinnescata: prenderebbe corpo l’ipotesi di un accordo tra Letta (alla guida del Pd) e il sindaco fiorentino che potrebbe aspettare e candidarsi premier nel 2015.
I renziani, però, sono scettici. «Non capisco il senso della proposta Boccia a meno che non si pensi che le larghe intese debbano diventare un progetto stabile per il Pd», commenta il renziano Rughetti «Paradossale che il dibattito interno dei dem ruoti intorno a un documento di sostegno al governo – gli fa eco Andrea Marcucci – quando nelle stesse ore il Pdl è impegnato a picconare l’esecutivo». Cauti pure i veltroniani. «Ritengo un po’ deboluccia una mozione che parla solo del governo», afferma Giorgio Tonini.
Prende le distanze pure il premier. Alcuni suoi collaboratori fanno sapere che Letta, certo di avere il sostegno di tutto il Pd, non intende entrare «nelle vicende interne alla forze politiche che sostengono il governo». Tranchant Francesco Russo, segretario generale dell’associazione TrecentoSessanta, il pensatoio creato da Letta: «Non ci possono e non ci potranno essere in questa fase del dibattito congressuale documenti “lettiani”, ispirati direttamente o indirettamente dal presidente del Consiglio o da quelli che sono, attualmente, i suoi più diretti collaboratori».
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