L’assessore insiste sull’importanza di immettere un mld nell’economia siciliana.
«La questione è delicata, secondo me, bisognava enfatizzare più gli effetti positivi dell’aumento dell’addizionale Irpef regionale, cioè la possibilità di immettere nel circuito economico siciliano un miliardo di euro, pagando i crediti che le imprese private vantano nei confronti della pubblica amministrazione. Peraltro, il rating della Regione non consentirebbe certo di stipulare un muto a basso costo, come quello concesso dallo Stato che ha un tasso dell’1,5% per 20 anni».
L’assessore all’Economia, b, ribadisce che solo di fronte all’aumento dell’Irpef, che potrebbe essere una misura temporanea, il governo nazionale è disposto ad anticipare il miliardo di euro previsto per la Sicilia.
Può spiegare, assessore, perché l’ulteriore aumento dell’addizionale Irpef regionale potrebbe essere una misura temporanea?
«Perché il prossimo anno, la Sicilia completerà il percorso per l’uscita dal deficit sanitario. Quindi, avremo un extragettito che potremo utilizzare per il rimborso del miliardo di euro che lo Stato ci anticiperà per pagare i debiti della pubblica amministrazione».
Allo stato attuale l’addizionale Irpef è all’1,73%. Qual è il gettito effettivo?
«Oggi l’addizionale Irpef vale circa 400 milioni di euro e sono destinati tutti alla Sanità. Sappiamo, però, che i conti sono risanati ed anche se il percorso si concluderà nel luglio del 2014, già con la prossima legge di stabilità potremo prevedere un minore fabbisogno per la sanità pubblica. Certamente, i circa 54 milioni l’anno necessari potranno arrivare da lì. In questo modo, verrebbe azzerato l’aumento previsto con la delibera approvata dalla giunta».
Non si poteva attendere l’autunno, allora, anziché creare tanto allarmismo, a volte anche demagogicamente? Tutti i partiti della maggioranza sono contrari, a cominciare la Pd il partito a cui lei fa riferimento.
«Non ho partecipato alla riunione della maggioranza, ma nessuno mi ha chiesto spiegazioni. Sì c’è stata della demagogia, ma le forze politiche, come ha detto il presidente Crocetta, devono assumersi le loro responsabilità. Il disegno di legge varato dalla giunta, per il governo nazionale è una clausola di salvaguardia. Perché, sia chiaro, questa non è una nostra scelta. Se, poi, come è possibile, avremo a disposizione altre risorse, l’aumento sarà revocato. Ma allo stato attuale, se vogliamo, mettere nel circuito un miliardo di euro, non vedo altre soluzioni».
Il presidente della Regione ha lanciato l’idea di chiedere al governo nazionale di trattenere la rata annuale di rimborso dai trasferimenti dello Stato. A proposito, come sono i rapporti con Crocetta dopo la sua minaccia di lasciare la giunta?
«Ci siamo sentiti più volte in queste ore, un po’ preoccupato lo è. S’immagini che canea si scatenerebbe se la Sicilia dovesse rimanere l’unica regione che non paga i crediti alle imprese».
Però un assist, a lei e al presidente della Regione, è arrivato dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che ha manifestato l’intenzione di portare in Aula il disegno di legge contestato, come già stabilito dalla Conferenza dei capigruppo.
«E’ un atto responsabile. Io non voglio certo passare per colui che ama inasprire il prelievo fiscale. Sarà il presidente Crocetta a fare i dovuti passi con la maggioranze e il governo nazionale. Vorrei che si tenesse conto che parte del miliardo che sarà pagato alle imprese, tornerà nelle casse della Regione in forma di tributi».
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