Un elenco di 48 nomi di persone che, pur essendo in carcere, alcuni anche per il reato di associazione mafiosa, hanno continuato a percepire l’assegno di sostegno al reddito (800 euro mensili più gli assegni familiari).
Si tratta di alcuni dei cosiddetti ex Pip che dalla cella di una prigione sarebbero riusciti a dare la propria disponibilità al lavoro. Obbligo a cui si può ottemperare solo di persona. Un’anomalia che non è sfuggita al presidente della Regione, Rosario Crocetta; anomalia che presuppone anche delle complicità a livello di Ufficio del lavoro, venuta a galla anche grazie alla collaborazione con la Polizia. «E’ un pozzo di San Patrizio del malaffare», ha chiosato il governatore.
Ma non è l’unico caso denunciato da Crocetta: nella società partecipata «Sicilia eServizi», 51% Regione, 49% privati, vi lavora la figlia del boss Stefano Bontade. Partecipata che sarà commissariata ed affidata all’ex magistrato Antonio Ingroia. Di ciò vi raccontiamo nell’articolo accanto.
«Bisogna fare chiarezza sulla ex Social Trinacria – ha detto il presidente della Regione – ed anche sulla Gesip. C’è stata un’appropriazione indebita e truffa in alcuni casi; come certificavano le ore di lavoro se si trovavano in carcere? Erano persino coperti dall’assicurazione Inail. Il 70% di queste persone è stata condannata per 416bis e qualcuno per detenzione illegittima di armi. Durante i giorni della protesta, un ex Pip è stato arrestato per lancio di molotov».
Il presidente della Regione ha annunciato che denuncerà alla procura della Repubblica di Palermo e alla procura della Corte dei conti, chi indebitamente ha continuato a riscuotere l’assegno di sostegno al reddito: «Queste persone saranno cancellate dagli elenchi, denunciate e agireremo per recuparare le somme indebitamente ricevute. Uno scherzetto che ci costa almeno 600 mila euro l’anno e la cosa è andata avanti almeno per tre anni».
Alla luce di quanto emerso da queste prime verifiche, il presidente della Regione ha capito il motivo delle resistenze che trovava tutte le volte che chiedeva di aggiornare gli elenchi degli ex Pip del Comune di Palermo. «Il Comune di Palermo – ha sottolineato Crocetta – ha trasmesso atti illegittimi». E non si è fatta attendere la replica del sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando: «I documenti a cui si riferisce Crocetta, sono documenti che abbiamo inviato sia alla Regione che alla procura della Repubblica perché si facciano accertamenti. Li abbiamo trasmessi anche alla Regione nello spirito di collaborazione tra enti».
Un altro elenco di 100 nomi di ex Pip sta per essere vagliato, a cominciare dalla verifica dei carichi pendenti.
Di fronte a questo ed a tutti gli altri casi di malaffare che affiorano quotidianamente dai meandri dell’amministrazione regionale, il presidente della Regione, Crocetta, si sente anni luce distante dalle polemiche che gli arrivano dal Partito Democratico.
«Il Pd mi critica? – si è chiesto – Si occupino di altro. Ad esempio di come governare la Regione. Evidentemente, sono interessati ad altro. Non pensiamo che abbiano chissà quale nobiltà ideologica. Pensano che a loro tocchino due assessorati. Il Megafono? E’ un problema di qualche siciliano, io non ho problemi a livello nazionale. Non sono interessato a questo tipo di dibattito. Loro pensano che io debba essere una corrente del Pd. Al congresso, probabilmente, parteciperemo in forma federata. Loro rappresentano una devianza e non io. Le primarie per l’elezione del segretario? Penso che non sia una priorità né il congresso nazionale né quello regionale. Ci sono tanti problemi da risolvere. Se si farà, certo, parteciperemo».
Intanto, per sabato prossimo, il segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo, ha convocato la direzione regionale del partito per l’analisi del voto delle recenti elezioni amministrative ed anche per avviare la stagione congressuale del partito.
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