“È il PD e non il Truman Show” questo è il sunto dell’articolo pubblicato dal Deputato Davide Faraone nel suo sito www.davidefaraone.it.
Vantando un rispetto infinito per il partito e spiegando il suo percorso da militante modello l’On. Faraone scrive: “Se qualcuno tuttavia mi avesse spiegato, che la “vita di partito” doveva essere per me, come la vita del protagonista di Truman Show nell’isola di Seahaven, probabilmente avrei fatto altro”.
“Chi sei tu? Sono il creatore di uno show televisivo che dà speranza, gioia ed esalta milioni di persone. E io chi sono?
Tu sei la star. Non c’era niente di vero. Tu eri vero: per questo era così bello guardarti.” Questo dialogo tra Truman e Christof, mi trasmette la stessa malinconia di quando sento pronunciare frasi del tipo: “Chiunque si candiderà a guidare questa fase, dovrà candidarsi a fare questo mestiere e nient’altro”, oppure: ” Il PD non è un taxi per la presidenza del consiglio”. Sì, la stessa malinconia che mi ha trasmesso il pensiero di un bimbo infilato in un set televisivo a tre anni e fatto crescere lì, me la trasmettono coloro che pensano che il partito con il paese non c’entri un tubo”.
Cariche di significato sono le domande che si pone l’On. Faraone sul PD e i suoi burocrati: “Non gli viene mai quest’ansia a questi grigi burocrati di partito? Non riescono a comprendere che, un partito non in osmosi con la società, non ha alcun senso? È fin troppo facile dimostrare, che il Pd, a dire il vero, la politica in generale, i luoghi della rappresentanza, oggi, viaggiano ad una lunghezza d’onda diversa rispetto ai bisogni e le esigenze della società”.
E interpretando il successo ottenuto dal PD nelle ultime elezioni amministrative chiarisce che questo risultato è dovuto “all’apoteosi del voto d’appartenenza. Un successo ottenuto nonostante il suo gruppo dirigente avesse provveduto a mettere in pratica “Il manuale completo di ciò che non bisogna fare in politica”, sottotitolo, “Dalla campagna elettorale, alla formazione del governo, al voto per il presidente della Repubblica”. Per queste ragioni trovo stucchevole l’idea perversa, messa in campo da alcuni dirigenti del Pd, di alzare ancora di più il muro che ci separa dalla società, prevedendo il voto soltanto per gli iscritti, o comunque una platea molto ristretta, per l’elezione del prossimo segretario”.
E sull’elezione del segretario l’On. Faraone aggiunge: “incomprensibile è l’idea di elezione di un segretario che svolga il compito affidato normalmente ad un responsabile organizzazione. La leadership di un partito moderno che si candida a guidare al paese, non può che essere votata dai cittadini con primarie libere e non può che essere la proposta fatta al paese, di guida del governo. Altrimenti ci si sta attrezzando per costruire un partito del megliopochimanoi”.
L’On. Faraone crede che “il Pd debba preparare la rivoluzione, culturale, economica e sociale, di cui il paese ha bisogno. Quella rivoluzione aperta, coinvolgente, che includa le migliori forze e speranze di questo Paese. Con coraggio, unico modo per guardare al futuro, e con la giusta rapidità, perché occorre fare in fretta, come dice Truman, Chi dorme non piglia tempo, chi ha tempo non aspetti pesce”.