Last updated on Giugno 17th, 2013 at 12:12 pm
«La Sicilia sbaglia la strategia sul turismo». «Non basta dire: “Venite qui perché è tutto bello e buono”»
«La Sicilia ha finora sbagliato strategia sul turismo». A sostenerlo è Josep Ejarque, tra i massimi esperti internazionali di turismo, che giovedì scorso una rete di Distretti turistici regionali ha invitato, a Palermo, per parlare di promozione turistica sul web e social media marketing.
Le grandi potenzialità turistiche della Sicilia e una crisi del settore che non sembra trovare vie d’uscita: quali errori secondo lei sono stati compiuti?
«Prima di tutto il fatto di pensare che facendo comunicazione, pubblicità e promozione si sarebbero risolti tutti i problemi. Un errore è stato non essersi confrontati con la realtà del mercato, con la sua trasformazione, cogliendo quel che il cliente vuole; non essere stati in grado di comunicare la motivazione per la quale un turista sceglie la Sicilia per tutte le sue esigenze. La realtà è che oggi la domanda e i turisti, soprattutto in Europa, sono cambiati radicalmente; il turismo di oggi non è quello di 8-10 anni fa».
Lei afferma che bisogna andare a cercare il turista, sedurlo, offrirgli un prodotto che abbia contenuti di esperienza e di emozioni, rispondenti alle sue esigenze. In che modo?
«Non funziona più dire al turista: vieni qui, perché è molto bello. Il turista oggi cerca l’esperienza. Quel che bisogna fare è promuovere, comunicare, vendere l’esperienza che il turista avrà in Sicilia. È fondamentale saper leggere tutto quello che la Sicilia offre in chiave di domanda di prodotto turistico, per essere perfettamente sintonizzati su ciò che il turista vuole».
I social network, i blog, i racconti delle esperienze di viaggio rappresentano la nuova frontiera della comunicazione. In che modo è possibile inserirsi e incidere sulla gestione delle informazioni che passano attraverso questi strumenti?
«L’85% dei turisti europei cerca informazioni su dove andare in vacanza attraverso internet. Due turisti su tre decidono il proprio viaggio in base a ciò che raccontano altre persone. A ragione o a torto, attribuiscono più affidabilità a quel che scrive un turista, che a ciò che viene riferito dalla destinazione o da un albergatore. È possibile inserirsi lavorando con logiche di destination social media marketing, con gestioni molto accurate e altamente professionalizzate, in cui vanno identificati gli “influencer” e gli “advocate”, creando e distribuendo contenuti. È strategia, non improvvisazione».
Quali prospettive per la Sicilia? Quali per le singole realtà territoriali?
«Tutto dipende dal prodotto che queste nuove realtà pubblico-private che sono i distretti saranno in grado di creare, dalla velocità con cui agiranno e soprattutto dalla capacità che avranno di comunicare sul mercato. Si dovrà dimenticare il concetto dell’automatismo: i turisti non arriveranno più, bisognerà andarli a cercare seguendo la logica del mercato e della domanda, organizzandosi in modo non autoreferenziale. Se la Sicilia vuol avere successo deve fare lo sforzo di vedersi con gli occhi di un turista per offrirgli quello che vuole. Quanto alle singole realtà territoriali: tanto più piccolo è il messaggio, tanto minore sarà il successo».
Anna Maria Scicolone, La Sicilia
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