Mare. Legambiente: «La Regione intervenga». Immobili irregolari: sei denunciati a Salina.
In ognuno dei 1.400 chilometri di costa (di cui circa 900 concessi ai privati), in Sicilia si registra un abuso. E la deriva di questo Mare Monstrum, nonostante la simbolica vittoria dell’abbattimento dell’ecomostro di Scala dei Turchi nell’Agrigentino, non accenna a fermarsi.
È proprio di ieri la notizia di sei persone denunciate dai carabinieri per abusivismo edilizio sull’isola di Salina: cinque a Santa Marina Salina, una a Leni.
I denunciati all’autorità giudiziaria di Barcellona Pozzo di Gotto sono tre in qualità di proprietari e committenti e tre in quanto esecutori dei lavori.
Tutti i manufatti sono sorti «in totale assenza di autorizzazioni» e un fabbricato «è stato edificato in un’area sismica e sottoposta a vincolo paesaggistico».
Intanto Legambiente dichiara guerra all’«assalto che le coste siciliane stanno subendo ad opera di strutture balneari di ogni tipo». Ieri mattina, a Marzamemi (Pachino), nel corso della manifestazione “Spiagge libere e mare di tutti: una battaglia di legalità”, i vertici locali, regionali e nazionali dell’associazione hanno aggiornato la “lista nera” del mare siciliano.
Per due stabilimenti – conferma Legambiente – è stata chiesta all’assessorato regionale al Territorio e ambiente la revoca della concessione: «Il lido Greco, dentro la Riserva naturale di Isola delle Correnti e l’Iclub della “Dueggi” di Terrasini all’interno del Sito di interesse comunitario di Calarossa».
Legambiente elenca altri casi nel Palermitano («privatizzazione selvaggia a Sferracavallo e Terrasini»), a Menfi («proliferare di nuovi alberghi e anche i chioschi sulla spiaggia di Giache Bianche), Salina (un lido nella frazione di Lingua dentro la Riserva naturale Montagne delle Felci e dei Porri), Marinella di Selinunte (aree balneari in zona A della Riserva naturale della Foce del Belice) e Lampedusa (si è appena iniziato il processo sulle lottizzazioni selvagge nell’ultimo quarantennio; intanto aprono, con regolare autorizzazione, un chiosco e uno stabilimento con ristorante sulla spiaggia della Guitgia).
Legambiente presenta alla Regione un piano anti-violenza sulle coste con sei punti, tra i quali c’è anche «l’aumento significativo dei canoni di concessione demaniale». Un argomento caldo, dopo il decreto regionale che sanciva un +600% si da questa stagione, con le feroci proteste degli operatori e un’apertura al dialogo dell’assessore Mariella Lo Bello, che proprio oggi porterà in giunta una legge delega su questa materia.
«La Regione – commenta il capogruppo del Pdl all’Ars, Nino D’Asero – torna indietro sulla sua decisione degli aumenti spropositati dei canoni demaniali, ma ciò di cui avrebbe potuto beneficiare, se il rincaro fosse stato contenuto e concordato, è andato comunque perduto».
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