Il presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D’Orsi, richiama la sua Giunta. Il presidente della Provincia aveva deciso, nella mattinata di lunedì 8 aprile, di ritirare le deleghe a tutti gli assessori se il regolamento dell’Ente lo consentiva, e mantenere “sciolta” la sua Giunta fino al commissariamento da parte della Regione.
Ma ciò non è possibile per quanto prescrive lo stesso statuto dell’Ente. Inoltre, c’è il problema del bilancio che deve essere approvato dalla Giunta. Così, con una capriola con i controfiocchi, ieri ha richiamato gli assessori che aveva licenziato qualche giorno fa. All’appello hanno risposto Pietro Asaro, Piero Marchetta, Francescochristian Schembri, Salvatore Sciumè, Salvatore Scozzari, Vito Terrana e Salvatore Vella.
Di questi, pare, solo 4 saranno riassunti: Sciumè, Scozzari, Marchetta e Schembri. Ora bisognerà trovare altri 4 nomi per raggiungere il numero necessario a rendere la Giunta valida.
Il presidente, ma non lo conferma, è deluso dai partiti che attualmente, facendo parte della sua squadra, lo avrebbero dovuto sostenere. Anche dagli alleati come, ad esempio, Angelo Biondi, accusato, ad esempio, di essere più vicino a Di Mauro che al Partito dei siciliani. Oppure Giuseppe Arnone, che era entrato in Giunta con due assessori in quota Fratelli d’Italia, virando poi in corsa e dichiarandosi di un movimento civico. Restano poi partiti come l’Api o Fli, che sono usciti pesantemente ridimensionati dalle ultime elezioni. Tra i pochissimi “fedeli”, Francescochristian Schembri e Pietro Merchetta. Due su dieci. Troppo pochi, soprattutto perché il regolamento prevede un minimo di otto componenti perchè la Giunta sia valida. A due mesi dal commissariamento, insomma, alla Provincia c’è costante movimento.
Sicilia Notizie Cronaca Attualità News Politica Economia Lavoro Enogastronomia Sport Viaggi