Pericolo scampato per Antonio Di Pietro e la sua creatura. L’Idv (Italia dei Valori) non si scioglie e resta in corsa per le prossime amministrative che la vedono al fianco del centrosinistra a Roma e in Friuli.
A giugno, come da programma, si terrà il Congresso e solo allora l’ex pm lascerà le redini del partito presentandosi dimissionario.
E’ il leader dell’Idv ad annunciare l’imminente cambio generazionale all’esecutivo nazionale di sabato a Roma che lo ha riconfermato alla guida per acclamazione.
Fallisce così il tentativo di rovesciamento del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che all’ufficio di presidenza di fine marzo era riuscito a far approvare un documento che chiedeva all’esecutivo nazionale di mettere la parola fine all’esperienza dell’Idv reduce dal disastroso esperimento con Rivoluzione Civile che ha tagliato il partito fuori dal Parlamento, quindi di far saltare il Congresso di fine giugno e indire primarie per eleggere una costituente con il compito di mettere a punto lo statuto di un nuovo partito.
Pronti a staccare la spina, assieme ad Orlando, l’ex capogruppo Felice Belisario e il capogruppo in Abruzzo Carlo Costantini. Di Pietro ha incassato il colpo. Si è astenuto poi si è preparato per il contrattacco. L’idea di abbassare la saracinesca del partito durante la campagna elettorale per le amministrative, ma soprattutto lasciando in cassa 16 milioni di euro sul cui destino non ci sarebbe stata chiarezza, non è piaciuta a molti. Forte del malcontento, Di Pietro ha invitato all’esecutivo nazionale di sabato anche eletti e militanti sul territorio, tutti schierati dalla sua. Una convocazione troppo allargata e quindi invalida, secondo Orlando e i suoi che hanno disertato l’appuntamento capitolino.
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