Il divieto. Si moltiplicano i limiti al loro uso nei luoghi pubblici. In Italia gli “svapatori” sono 400mila, arriveranno a 1 milione.
Niente sigarette per i ragazzi sotto i 18 anni, nemmeno quelle elettroniche. A vietare la vendita agli under 18 anche delle “e-cig” una ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, in «coerenza» con le norme più restrittive introdotte alla fine dello scorso anno con il decreto Sanità e sviluppo che già aveva innalzato da 16 a 18 anni d’età il divieto di vendita per le tradizionali “bionde”.
In attesa che si raggiunga una adeguata regolamentazione europea sulle sigarette elettroniche, «abbiamo applicato il principio di precauzione», ha precisato il ministro, ricordando che uno studio dell’Istituto superiore di sanità ha dimostrato «che ci sono effetti dannosi sulla salute, anche con un uso moderato, soprattutto per i giovani, nelle sigarette elettroniche contenenti nicotina».
L’ordinanza, peraltro, potrà essere «oggetto di revisione» alla luce del nuovo parere che si attende dal Consiglio superiore di sanità, che dovrà anche stabilire se le sigarette elettroniche, e le ricariche contenenti nicotina o altre sostanze, possano ricadere nella definizione di “medicinale per funzione”, pur in assenza di un’esplicita destinazione d’uso in tal senso da parte del responsabile dell’immissione in commercio.
Una ipotesi respinta dai produttori, secondo i quali si tratta solo di «offrire una alternativa» senza pretendere di «curare» nessuno. Ben venga invece il divieto per i minori perché non c’è da parte delle aziende nessuna intenzione di «istigazione al fumo».
Intanto si moltiplicano così Italia i limiti al loro uso. Da San Marino al Comune di Vicenza (ma anche nel Cilento, nei locali pubblici di Vallo della Lucania) infatti, sono diverse le istituzioni che stanno introducendo stop agli “svapatori” (così si chiama chi usa le sigarette elettroniche o “e-cig”) almeno nei luoghi pubblici.
A Vicenza, ad esempio, le e-cig non si possono fumare negli uffici pubblici, nei locali della Asl e nemmeno sugli autobus. Mentre San Marino ha addirittura previsto che i prodotti elettronici si possano acquistare solo in farmacia, invece che in punti vendita specializzati che si stanno moltiplicando anche nel nostro Paese, con un mercato che prevede di raddoppiare quest’anno arrivando a 500 milioni di euro, passando da 400mila a un milione di fumatori (i fumatori tradizionali in Italia, seppur in calo, si attestano sui 12 milioni).
La nuova ordinanza modifica quella dello scorso settembre, che è in vigore fino al 23 aprile. Dopo quella data e fino al 31 ottobre il divieto di vendita vale quindi per i minori di 18 anni. E anche le sanzioni per l’inosservanza dell’ordinanza saranno le stesse previste dal “decreto Balduzzi” per la vendita di prodotti del tabacco a minori.
In Italia si contano 400mila “svapatori”, ma secondo i produttori potrebbero diventare un milione entro la fine dell’anno. I negozi aperti in tutta Italia sono 1.500, per un giro di affari di 350 milioni di euro. In Germania gli svapatori sono anche di più, già 2 milioni; in Grecia, nonostante la crisi, sono 400 mila. In Francia, dove almeno mezzo milione di persone hanno già scelto il fumo elettronico, il governo ha chiesto l’apertura di un’indagine per valutare gli eventuali rischi di un prodotto di cui si sa ancora molto poco e su cui anche i medici sono divisi.
La sigaretta elettronica, nata in Cina nel 2003, è invece vietata in Brasile, in Israele e ancora a Singapore. Maria Emilia Bonaccorso Lasicilia
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