Last updated on Aprile 15th, 2013 at 09:42 am
La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) ha confiscato beni da 1,3 miliardi di euro a Vito Nicastri, 57 anni, di Alcamo (Taprani), imprenditore leader nel settore della produzione di energia fotovoltaica ed eolica che si sarebbe ”relazionato con esponenti di Cosa nostra”.
Vito Nicastri sarebbe un uomo vicino alla primula rossa dei latitanti: Matteo Messina Denaro. E per questo che la DIA sta mettendo i sigilli alle sue proprietà. L’operazione, la più cospicua mai effettuata in Italia, “colpisce al cuore l’aria grigia di Cosa Nostra”.
L’operazione, la più cospicua mai effettuata in Italia e che ‘colpisce al cuore l’aria grigia’ della mafia, è stata eseguita in Sicilia occidentale, Lombardia, Lazio e Calabria.
Il provvedimento di confisca contiene anche l’applicazione della misura di prevenzione personale nei confronti di Nicastri la sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza (Alcamo), per la durata di tre anni, sostenuta anche dalla Procura della Repubblica di Trapani e dalla Dda di Palermo.
Il Tribunale di Trapani ha disposto la confisca della totalità delle quote sociali e dei beni aziendali delle società, nonché dei beni mobili, immobili e delle disponibilità bancarie riconducibili a Nicastri ed al suo nucleo familiare: 43 tra società e partecipazioni societarie; 98 beni immobili (palazzine, ville, magazzini e terreni); 7 beni mobili registrati (autovetture, motocicli ed imbarcazioni); 66 disponibilità finanziarie (rapporti di conto corrente, polizze ramo vita, depositi titoli, carte di credito, carte prepagate e fondi di investimento).
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