Il ddl sulla preferenza di genere guadagna una finestra legislativa. Il rischio: Coi correttivi si cerca d’introdurre materie estranee all’oggetto di legge.
Si aprirà una finestra legislativa per consentire l’esame del ddl sull’introduzione della preferenza di genere per le elezioni comunali. Le conferenza dei capigruppo ha deciso che per questo specifico argomento l’Ars si riunirà mercoledì della prossima settimana e che oggi la commissione si occuperà dei 25 emendamenti e dei sub (Valutazione degli emendamenti al disegno di legge nn. 5-55-66- 67 bis/A Norme in materia di rappresentanza e doppia preferenza di genere. Modifiche di norme in materia di soglia di sbarramento per l’elezione dei consigli comunali e di rimborsi dei permessi retribuiti degli amministratori locali’).
Probabilmente, ci si è dimenticati che la doppia scheda per il sindaco era stata introdotta nel 1992 in occasione della riforma che ne prevedeva l’elezione diretta. Cancellata nel 1997. Ma quella doppia scheda era confortata da un referendum sul sindaco in caso di sfiducia del Consiglio comunale.
Intanto, Gianni (Cd) annuncia la presentazione di emendamenti tendenti ad introdurre la mozione di sfiducia costruttiva nel senso che alla sfiducia del sindaco si sopperisce con l’elezione del successore all’interno della rappresentanza consiliare del suo schieramento. Altra proposta di Gianni: l’introduzione del controllo preventivo di legittimità sugli atti di spesa esercitato dal segretario comunale.
Le donne del Pd (Maggio, Cirone, Milazzo e Raia) sono contrarie «a quello che sta tentando di fare il centrodestra: trasformare il ddl in una legge-omnibus che rischia di contenere di tutto, anche norme che nulla hanno a che fare con la doppia preferenza di genere».
Invero, anche dal Pd arrivano iniziative che vanno oltre il voto di genere. Ferrandelli (Pd) annuncia la cancellazione della soglia di sbarramento e modifiche delle norme che oggi regolano il premio di maggioranza.
Di diversa opinione l’ex capogruppo del Pd, Cracolici, che intanto ritiene «inaudito che mentre sta per cominciare la partita per il voto nei comuni si cambino le regole del gioco: un bruttissimo precedente! ». Ed aggiunge: «Il presidente Crocetta ha deciso di spostare la data del voto delle elezioni, da maggio a giugno, proprio per permettere di inserire la doppia preferenza di genere per l’elezione dei consiglieri comunali. Si profilano modifiche anche per la soglia di sbarramento, la doppia scheda e l’esclusione del simbolo per i candidati sindaco».
Vai a capire cosa in effetti voglia il Pd. Non appare casuale l’intervento del capogruppo, Baldo Gucciardi, improntato soprattutto a frenare alcuni suoi colleghi sostenendo che l’introduzione di emendamenti diversi provocano ritardi e rischiano di compromettere l’introduzione del voto di genere Falcone (Pdl) mette le mani avanti: «Se salta il ddl è colpa della maggioranza. Il fatto che il Pd abbia proposto di rimandare in commissione un testo già ampiamente condiviso rischierà di far saltare una norma che finalmente istitutiva una sostanziale parità di genere nella partecipazione alla vita pubblica. Il testo approvato era passato con una sostanziale unanimità e rappresentava il riconoscimento di un punto di equilibrio. In ogni caso, un paese democratico non cambia le regole del gioco a partita in corso».
Peratro, col tentativo di abbassare la soglia dello sbarramento dal 5 al 3 o 4%, sembra si voglia dare spazio alla nascita di movimenti a carattere locale. Nel messinese l’ex-senatore del Pdl, Nania, annuncia la formazione di un suo movimento che sarà presente nella prossima competizione amministrativa. Nasce anche il Movimento dei democratici riformisti. Ieri è stato ufficializzato dagli ex-ministri, Cardinale e Andò, alla presenza di otto deputati dell’omonimo gruppo che sostiene la giunta Crocetta. lasicilia gc
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