Elezioni comunali a rischio rinvio purché non oltre le due settimane.
Ars – Il presidente Ardizzone: «Nessuna pausa pasquale, ma intensa attività fino all’8 aprile»
Rischio rinvio anche della tornata elettorale per il rinnovo delle amministrazioni comunali. In ogni caso si possono rinviare solo di due settimane cioè al 9 giugno. Oltre non si può perché se si votasse il 16 gli eventuali ballottaggi si dovrebbero svolgere il 30 giugno e il primo luglio, cioè oltre i limiti previsti dalla legge.
Vedremo di seguito il perché e il per come si dovrebbe procedere al rinvio. E se a spese delle regole: la sessione di bilancio, a norma di regolamento esclude l’ipotesi di inserire altri argomenti fino alla sua conclusione. Tranne che i capigruppo decidano unanimemente di aprire una finestra legislativa.
Di qui la querelle che il presidente della commissione Affari Istituzionali, Marco Forzese, magari con la sponda del governatore Crocetta, sta alimentando per portare in Aula il ddl sul voto di genere nei comuni.
Dice Forzese: «È chiaro, anche davanti all’opinione pubblica, che una pausa pasquale così lunga ed estesa (fino all’8 aprile), per l’Ars non è opportuna. Ma non voglio fare polemiche con il presidente Ardizzone. Apprendo che diversi deputati e anche il governo Crocetta stanno pressando per una opportuna finestra legislativa da aprire la prossima settimana per la legge elettorale sulla doppia preferenza di genere e per le nuove norme sulle elezioni dei sindaci. Ho già predisposto un ddl che potrebbe essere assorbito per eliminare costi inutili come quelli per le commissioni consiliari nei comuni con meno di 15 mila abitanti. Ed inoltre con la stessa norma intendo proporre l’abolizione dei permessi retribuiti per gli eletti che appesantiscono le finanze dei comuni e creano malapolitica con il raddoppio degli emolumenti.».
Crocetta, da parte sua, aggiunge: «Se c’è la volontà dei capigruppo di ridiscutere la legge sul doppio voto di genere non cambierebbe nulla rinviare di una settimana o di 15 giorni il voto, per permettere a tante donne di partecipare ai consigli comunali di tutta la Sicilia. Sto presentando una legge sul doppio voto di genere. Se poi i partiti vogliono altre cose, non è quello il mio scopo».
Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, con un richiamo alle regole, precisa: «Nessuna pausa pasquale, ma un intenso calendario di attività da qui all’8 aprile, quando i documenti finanziari dovranno approdare in Aula, come peraltro concordato all’unanimità dall’ultima conferenza dei capigruppo, nel corso della quale nessuno aveva proposto l’esame del ddl di riforma elettorale, di cui peraltro condivido i principi».
E precisa, anche per rispondere al capogruppo del M5s, Giancarlo Cancelleri: «Le Commissioni di merito, prima, e la Commissione bilancio, poi, in due settimane, e lavorando intensamente, sono chiamate a definire una delle manovre finanziarie certamente più complesse degli ultimi anni, che lo stesso governo regionale in questi giorni sta provvedendo ad aggiornare anche con un difficile e complesso confronto con lo Stato. La Prima Commissione peraltro non ha ancora approvato alcun ddl di riforma elettorale, che è solo all’ordine del giorno della stessa. E comunque, può essere iscritto all’ordine del giorno dell’Aula solo dopo 48 ore dalla sua approvazione in Commissione. Il resto sono divagazioni e fughe in avanti, quando non mero disconoscimento del regolamento che disciplina in maniera rigorosa tempi e modalità di svolgimento della sessione di bilancio nell’ambito della quale va sospesa ogni altra attività legislativa nelle commissione ed in Aula proprio per l’assoluta priorità che riveste l’approvazione del bilancio, unico impegno costituzionalmente richiesto alla Regione. Per questo invito tutti al senso di responsabilità, alla coerenza e a proseguire con impegno i lavori».
E oggi, i capigruppo dell’opposizione Toto Cordaro (Cp), Francesco Scoma (Pdl), Roberto Di Mauro (Pds), Santi Formica (Lista Musumeci), Bernardette Grasso (Gs) e Mimmo Fazio (Misto) incontreranno il Commissario dello Stato Carmelo Aronica «per discutere – spiega Cordaro – i profili di incostituzionalità e illegittimità della norma sulla abolizione delle Province. Esprimeremo la nostra preoccupazione per la scarsa sensibilità istituzionale manifestata dal governo e dal governatore, accogliendo pertanto le istanze che provengono dalla Ups».
Doppia preferenza di genere per le elezioni amministrative
In pratica, gli elettori potranno esprimere una doppia preferenza, ma soltanto se indicheranno un uomo e una donna; se voteranno due candidati dello stesso sesso, varrà esclusivamente il primo nome.
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